Il dato è talmente prestigioso così com’è, nudo e crudo, che non sarebbe necessario aggiungere granché: domani con il Torino, Lorenzo Insigne collezionerà la presenza numero 300 in Serie A con il Napoli e diventerà così il quinto giocatore della storia del club dopo Hamsik, il primatista; Bruscolotti, Juliano e Ferrario. Davvero una grande emozione per un ragazzino entrato nel settore giovanile quindici anni fa, a 15 anni d’età e con il naso ancora rosso per il colpo della porta in faccia sbattuta dall’Inter, per la modica cifra di 1.500 euro versati a una scuola calcio dell’hinterland insieme con un po’ di palloni. Dall’epoca di palle in porta, cioè dall’ingresso in prima squadra, lui ne ha infilate tante e in tanti modi: 83 gol in A dopo la doppietta di giovedì con la Lazio – 2 più di Maradona – e 107 in tutte le competizioni. Coppe comprese. A proposito: questa volta la statistica non avrebbe potuto rifinire assist migliore, considerando che domani a Torino, quella con il cuore granata, Lorenzino proverà a festeggiare due volte: il traguardo personale, certo, e insieme un’altra vittoria profumata di Champions. Non si scappa: in quest’ottica è lui, la prima e grande speranza del Napoli. L’uomo del futuro senza futuro, per il momento: è destinato a diventare un tormentone, anzi già lo è, ma la storia del rinnovo bloccato rischia di diventare anche un tormento.
F. Mandarini (CdS)