Lo scenario De Laurentiis – Gattuso, il patron sicuro non pensa una cosa

Il solco tra le parti è incolmabile, però la Champions cambierebbe tutto?

De Laurentiis ha messo da parte il rinnovo e dunque è evidente che, se non dovesse tornare sui propri passi, alla fine della stagione sarà divorzio. Consensuale. Senza altri veleni, senza traditori o traditi, come è tradizione in casa Napoli: fine contratto. Succede. Ma dovesse centrare quello che era l’obiettivo della stagione, sicuri che il patron azzurro non faccia un tentativo per capire se lo strappo che adesso c’è possa essere ricucito? In questo momento il solco tracciato tra Gattuso e De Laurentiis è molto profondo. E Gattuso non è l’uomo giusto con cui chiarirsi: porta dentro di sé un grande rancore per quello che a suo avviso ha dovuto mandare giù, in solitudine. E perché ci possa essere un riavvicinamento che sia il viatico poi per tornare a discutere del rinnovo, serve la convinzione totale di De Laurentiis. Cosa che adesso non c’è. Il realismo dice che solo il quarto posto può portare il club azzurro a tornare sui propri passi e chiedere a Gattuso di continuare. Ma attenzione, perché Gattuso non si sente come uno che ha le spalle al muro: Ringhio non teme di restare senza panchina, non ha accordi con altri club (alla Fiorentina ha già detto di no nel novembre del 2019) e di certo non accetta di restare in un posto dove non si sente sopportato. Insomma, sono davvero poche ora le possibilità che questo matrimonio possa andare avanti. Eppure tutto in questa faccenda cambia velocemente: il 12 gennaio lo studio legale bolognese che cura gli affari di Gattuso aveva inviato la bozza finale alla Filmauro con una serie di ipotesi di appuntamento per la firma al rinnovo. Insomma, era tutto fatto. Il 20 gennaio, la notte della finale di Supercoppa, De Laurentiis e Gattuso avevano anche cenato assieme nell’hotel di Parma dopo che il patron aveva abbracciato un Insigne disperato per l’errore commesso su rigore. «È come se avessimo vinto noi, non siate tristi», diceva stappando bottiglie di vino. Tre giorni dopo, al termine del ko con il Verona, il cambio di umore che ha dato vita allo stop al rinnovo e alla reazione burrascosa di Gattuso: «Se vogliono mandarmi via mi caccino». Già, né pubblicamente né privatamente De Laurentiis in quelle ore ha pensato di rassicurarlo. Da qui la rottura.

P. Taormina (Il Mattino)

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