Il piano SuperLega è pronto, dodici club lo avrebbero già sottoscritto: sarebbero sei inglesi (United, Chelsea, Liverpool, Arsenal, Tottenham, c’è incertezza sul Manchester City), tre spagnole (Real, Barça e Atletico), per l’Italia Juventus, Inter e Milan. Ne sono previsti sedici, c’è chi dice venti. Siamo, di fatto, alla scissione. Non hanno aderito, per il momento, Francia e Germania. È il calcio di lusso, ad alta velocità. Le altre resterebbero fuori, nel calcio a bassa intensità: Intercity e regionali.
E in Italia? Ieri la Lega Serie A ha convocato per le 12 un consiglio d’urgenza che non ha deciso nulla. La linea emersa è stata quella improntata all’attendismo: “vediamo che succede”, perseguita anche da club come Atalanta e Verona. Forse non è chiaro che se la Uefa dovesse squalificare Juventus, Inter, Milan e Roma dalla Serie A, il nostro sarebbe un campionato con il 60% dei ricavi in meno. I più scottati sarebbero senza dubbio Lotito e De Laurentiis che si ritroverebbero fuori dal calcio dei ricchi. Il presidente del Napoli ha persino un ruolo nell’Eca, ironia della sorte è rappresentante della Uefa Club Competions Committee il comitato che si occupa delle competizioni dei club in ambito europeo. Più decisa la Premier che con un comunicato ha condannato la Superlega: distruggerebbe il principio competitivo alla base del calcio. Ci ha pensato la Uefa a inserire la Serie A nel comunicato ufficiale, quello che annuncia l’espulsione dei ribelli dai campionati. E i tifosi? A livello europeo era appena partita la protesta nei confronti della nuova formula Champions. Ora la piattaforma della contestazione andrà aggiornata.
A cura di Massimiliano Gallo (CdS)