Ma poi in campo ognuno la vede in maniera diversa. Conte è sicuramente all’alba di un ciclo, a pochi passi dal suo quarto scudetto, Gattuso sta per chiudere la sua avventura in azzurro. Ma Napoli-Inter si gioca a bordo campo, non meno che dentro. Due stagioni che per certi versi si somigliano: di Conte chiesero la testa tifosi e para-opinionisti a metà novembre con quell’hashtag Conteout che rivisto oggi fa ridere. Raggiunto dal Tapiro di Striscia la Notizia, a fine novembre, il tecnico nerazzurro spiegò candidamente: «C’è da lavorare tanto, se non mangerò il panettone si vede che non l’avrò meritato». Non andò via, si dice, anche dopo l’uscita dalla Champions perché soldi per un altro allenatore (Conte ha diritto a 12 milioni netti fino all’estate 2022 e in busta poga c’è pure Spalletti) l’Inter non ne aveva. E in quel vociare senza senso è finito pure Gattuso, da fine gennaio. Stesso metodo sui social: Gattusout. Anche qui, con De Laurentiis che mai e poi mai ha pensato a un esonero del suo tecnico ma non ha mai messo fine allo stillicidio di ipotesi campate in aria. Anche se il rinnovo bello e pronto è rimasto chissà dove nell’ufficio della Filmauro. Su Gattuso, il tecnico primo in classifica ha sempre avuto parole di stima: «Rivedo in lui la mia passione che per il calcio e la voglia. Lui e io abbiamo fatto la gavetta. Ho rispetto per lui. Ha affrontato difficoltà all’estero, cosa che non tutti fanno. Come andare in Lega Pro. Altri sono stati più fortunati di noi», ha spiegato Conte parlando di Gattuso. P. Taormina (Il Mattino)