Di Canio a Il Mattino: “Gattuso da De Laurentiis preferiva un vaffa che questi silenzi”

L’ex Di Canio ai microfoni de Il Mattino:

«Un duello tra due mondi diversi: da una parte uno che succhia il sangue degli avversari appena vede una ferita, dall’altra uno che vuole mangiare nella metà campo avversaria e avere sempre il pallone tra i piedi. Non male come sfida». Eccolo Paolo Di Canio, stella del calcio italiano e conduttore negli studi Sky Sport di Di Canio Premier Show. 
Di Canio, in Champions comandano sempre le squadre inglesi.
«Vero, ma il Chelsea è un po’ un infiltrato tra le semifinaliste. Però quest’anno, anche se il Manchester City tira in porta come solo nella partite di calcetto si vede, la mia favorita è il Psg: oltre ai due fenomeni Neymar e Mbappé c’è anche Di Maria e poi ha una maggiore compattezza di gioco».
Chi tra Tuchel, Guardiola, Pochettino e Zidane vorrebbe vedere in Italia?
«La curiosità sarebbe di vedere Guardiola cosa sarebbe capace di fare con materiale differente. Ma non è pazzo, non verrà mai in serie A perché il nostro calcio sarà quello che pagherà il prezzo più alto di questa pandemia». 
Curioso Guardiola, si lamenta che l’Uefa e la Fifa uccidono i calciatori per le troppe partite, ma anche mercoledì ha fatto un solo cambio.
«Mica solo a Dortmund. Fa sempre questo. Ha una rosa di 24 titolari ma poi non fa mai sostituzioni. Deve esserci un paradosso nel suo mondo, massacra la Uefa e la Fifa e poi ha la possibilità di far riposare qualcuno e non lo fa. Predica bene ma razzola male…».
Che Napoli affronta l’Inter?
«Una squadra che ha ancora il suo obiettivo a portata di mano. Dicono che sia un obiettivo minimo ma andare in Champions non lo è anche alla luce di tutto quello che ha passato Gattuso. È fondamentale arrivare al quarto posto. Pensiamo se una tra Napoli e Juventus non riesce a centrare questo traguardo, non sarebbe semplice la prossima estate».
Gli azzurri avrebbero potuto avere una classifica migliore?
«Certo. Ma facciamo valutazioni serene e prendiamo ad esempio il Liverpool e la sua stagione. Da un certo momento in poi Klopp ha perso tutti i suoi difensori, ha giocato con il Real Madrid schierando Phillips e Kabak, ha rinunciato da ottobre a Van Djik che era candidato al Pallone d’oro. Lì non ha subito il trattamento che ha subito Gattuso, hanno compreso che era impossibile poter ripetere la stagione che ha portato alla vittoria in Premier che era attesa da 30 anni».
A Napoli invece?
«Quante partite senza Mertens e Osimhen? Due mesi circa. E magari solo loro. Fare a meno dei due attaccanti titolari e di altri calciatori fondamentali tutti assieme inevitabilmente porta a delle conseguenze. Ma qui Rino è andato in difficoltà perché è un sentimentale, che ci tiene alla relazione con l’ambiente e ha patito il rapporto con il presidente. I problemi con De Laurentiis lo hanno tediato, lo hanno consumato, perché lui preferisce un sano vaffa al silenzio, vuole sempre qualcuno che prenda le sue difese. Cosa che non c’è stata. O magari non come intendeva lui. Ma io lo conosco e ho visto la sua sofferenza ed era la sofferenza di chi guida la squadra». 
L’Inter ha interrotto la tirannide della Juventus. 
«Conte ha sistemato delle situazioni particolari, c’erano tanti problemi e lui è riuscito a risolverli. Ma attenzione: quello che ha avuto Conte non ha avuto Spalletti. In questi due anni ha fatto quello che voleva, ha fatto il manager all’inglese, ha preso decisioni, gli hanno permesso di farlo. La squadra prima si è avvicinata alla Juve, poi l’ha surclassata. Ma la Juve ha fatto molto meno di quello che si aspettava e il Milan non poteva tenere il passo solo con Ibrahimovic che ha pur sempre 39 anni».
Domenica che partita sarà?
«La lettura è semplice. Conte succhia il sangue degli avversari che hanno ferite. Non proprio quello che fanno le grandi squadre che invece si mettono nella metà campo degli avversari per mangiarti, per farti gol. Quello che fa Gattuso, per esempio. Conte invece aspetta l’errore per colpire, non pensa ad aggirare le difese altrui, non pensa a dominare. Vince e va bene. Antonio sfrutta il meglio dei suoi, la forza fisica, la ripartenza. Ho visto l’Inter lasciare la gestione del gioco persino alle squadre in fondo alla classifica. Dicono gli altri, non io, che l’Inter non ruba l’occhio. Io dico che vince sfruttando le proprie armi. Come fa, per esempio, Simeone».
Il Napoli di Gattuso fa esattamente l’opposto. 
«Infatti, a volte viene criticato per la sfacciataggine con cui gioca, il 4-2-3-1, i terzini altissimi che spesso superano anche quelli davanti a loro. Gli piace essere padrone del proprio destino, avere il controllo del pallone, decidere come giocare. Ma con l’Inter le minacce sono tantissime».
Cosa fare?
«Io ho visto l’Inter in ansia con chiunque, anche con il Crotone. In queste ultime quattro partite non so neppure io come abbia fatto a vincere ma di riffa e di raffa ci riesce sempre. Ecco, il Napoli andrà a prendere l’Inter davanti alla porta, però se poi arrivi lì e non concludi con un cross o con un tiro, non dai protezione, non hai copertura preventiva, i nerazzurri ripartono e Lukaku a campo aperto è giocatore da football americano. Rino deve indottrinare la squadra: ragazzi, niente ricamini, uno-due veloce e guardiamo anche indietro».
Stasera su Sky Sport la sfida tra Ancelotti e Mourinho.
«L’Everton ha perso vigore fisico negli ultimi tempi, ma Carlo ha fatto sognare l’Everton, ha riportato entusiasmo, a lunghi tratti è stato vicinissimo alla zona Champions. Mou invece ha deluso. Ha fatto riemergere lo spursy ovvero ha tradito le ambizioni del Tottenham proprio quando sembravano realizzabili»

A cura di Pino Taormina (Il Mattino)

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