“La vittoria con l’Inter nel 2001 diede grande morale alla squadra. Il Napoli era in una situazione difficile, facemmo un gran girone di ritorno con Mondonico che rivoluzionò la squadra, peccato non aver raggiunto la salvezza per un solo punto. Il club partenopeo mi offrì un triennale, ma la situazione societaria era precaria, e io avevo voglia di guardare il calcio da un gradino più alto, così accettati l’Inter, pur sapendo che avrei fatto il secondo di Toldo – queste le parole di Alberto Jimmy Fontana, ex calciatore, fra le tante, di Napoli e Inter, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Cosa cambia tra top club e provinciali? Il blasone. San Siro è uno stadio che può mettere soggezione. Poi, in certe squadre devi vincere, anche la Coppa Italia viene vissuta in un altro modo. Vincere, anche non giocando bene. Sono arrabbiato, ad esempio, con chi critica Conte. Troppi moralismi e retorica danno fastidio, soprattutto se si vince in ogni caso. Un po’ come chi criticava Allegri. Ora lo vogliono tutti. Io vorrei sempre Max come allenatore. Quando parla di obiettivi raggiungibili solo con determinati giocatori, ha ragione. Quando dice che nel Barcellona di Guardiola avrebbe vinto chiunque, ha ragione. L’allenatore dà l’impronta, ma poi sono i giocatori a fare il resto. Gestione Meret-Ospina? L’alternanza è giusta, in squadre così importanti è fondamentale avere due portieri di questo livello che sono in grado di portare avanti campionato e coppe, perché le partite sono tante e con eventuali infortuni non puoi permetterti di aver un secondo di livello minore. Meret è giovane, deve crescere, ma ha grandi qualità. Non bisogna pretendere che tutti siano Donnarumma e Buffon, perché loro sono fenomeni, è sbagliato prenderli come esempio. Alex è un ragazzo con delle grandissime doti, Napoli è una piazza importante e se c’è bisogno di fare la gavetta per arrivare al posto da titolare fisso è giusto che la faccia. Il tempo è dalla sua. Cavani? L’ho conosciuto prima di Palermo, venne a fare un provino al Chievo – dove giocava, ndr -, ma non fu preso perché già costava tanto. Aveva delle doti eccezionali, fame, facilità di calcio e di corsa. Queste sue caratteristiche lo aiutarono ad entrare subito in una squadra con delle gerarchie importanti, la storia parla per lui. Zamparini? Ha i suoi difetti. Passa da momenti in cui ti vuole a tutti i costi, ad altri che non vuole vederti. Potrebbe fare qualsiasi cosa. Quel Palermo era una squadra sempre dietro le big, costruì una bella realtà, peccato che finì male. Zaccardo e Barzagli avevano appena vinto il Mondiale quando io arrivai. Erano due ragazzi giovani con grande potenziale. I più bravi ti danno la sensazione di fare tutto facile, come accade con Donarruma, ma non è così. Il portiere del Milan, nonostante la sua stazza, ha grande elasticità. Chi difende i pali, oggi, ha delle doti incredibili, perché il calcio moderno è più veloce. Avere un bravo preparatore è importante per questo. Pronostico Napoli-Inter? L’Inter ha il 95% di probabilità di vincere lo Scudetto, Conte è stato un fenomeno a rendere competitiva una squadra molto lontana dalla Juve, in soli due anni. Dall’altro lato c’è un Napoli con grande voglia di vincere. Mi aspetto un pareggio”.