Dopo il match amichevole di ieri pomeriggio a Coverciano contro l’Islanda, con il successo per 0-1, decisiva la rete di Arianna Caruso, l’Italia si prepara per il secondo test martedì sempre contro le scandinave. A fine gara le parole del c.t. Milena Bertolini.
Cos’è cambiato dopo il Mondiale? “Credo che sia cambiata la percezione. Il Mondiale ha fatto conoscere il calcio delle ragazze a tutta l’Italia. Ora c’è una diversa percezione della calciatrice, le bambine si pensano e si vedono come calciatrici, ci siamo messe in moto e non ci fermiamo più. Il mio maggiore orgoglio è aver fatto conoscere il movimento a tutte le italiane e gli italiani, aver fatto conoscere il valore di queste ragazze e quanto sia bello il calcio giocato da queste calciatrici”.
La qualificazione all’Europeo è un altro tassello importante nel vostro percorso. “Le ragazze sono state davvero brave, la qualificazione non era scontata se consideriamo la pandemia e un girone con una delle squadre più forti d’Europa (la Danimarca, ndr). Credo che questa squadra possa crescere ancora e fare bene, anche se solo il prossimo Europeo ci dirà dove può arrivare l’Italia. Pressioni? Se vogliamo crescere dobbiamo confrontarci con le più forti, sopportare le pressioni che sono il rovescio della medaglia dell’aumento di notorietà. Se riusciremo a gestirle con equilibrio, queste pressioni potrebbero diventare un valore aggiunto per noi”.
Ha convocato molte giovani. È già in atto un ricambio generazionale? “Un ricambio generazionale è fisiologico e naturale, credo che sia normale per me che sono la ct avere uno sguardo attento verso le giovani. Anche perché la Serie A ci sta dando indicazioni importanti. È giusto dare a queste giovani che hanno qualità una chance, poi starà a loro sfruttarla al meglio”.
Qual è il margine di crescita che l’ha sorpresa di più? “La convinzione nelle proprie qualità, la crescita dell’autostima. Noi probabilmente abbiamo sempre vissuto un senso di inferiorità rispetto alle altre nazionali, anche nel modo in cui ci approcciavamo alle partite. Scendevamo in campo con un atteggiamento remissivo e difensivistico. Invece negli ultimi anni le ragazze hanno fatto un salto a livello mentale, ci credono di più”.
Cosa si aspetta dal futuro? “Mi aspetto 100.000 tesserate, bambine che già a 5-6 anni vanno a giocare a calcio, squadre miste e anche un cambio culturale da parte della nostra società”.
Fonte: figc.it