Aprire il libro dei ricordi con Claudio Ranieri è bello:
«Gianfranco Zola è un orgoglio. Maradona, invece, è un grande rimpianto: per esser arrivato a Napoli solo dopo il suo addio». Anche romantico, stuzzicante: soprattutto quando l’album segna la stagione 1991-92.
Ranieri, qual è il ricordo più bello di quella annata azzurra?
«Non c’era Diego: ogni allenatore avrebbe voluto allenare Maradona. Il presidente Ferlaino avrebbe voluto acquistare un numero dieci per ovviare all’assenza. Gli dissi che qualsiasi giocatore avrebbe preso, dal pubblico alla stampa, tutti avrebbero fatto un paragone con Diego e non ne saremmo venuti mai fuori. Già conoscevo Gianfranco Zola: qui, arriviamo al ricordo più piacevole. Giocava nella Torres, io ero il tecnico del Cagliari: ci conoscevamo e dissi a Ferlaino che mi prendevo la responsabilità di scommettere su Zola. I compagni già lo conoscevano, i tifosi già avevano avuto modo di apprezzarlo. Per questo decisi che gli avrei dato la numero dieci».
Ha ricevuto anche un premio da Maradona nel gennaio del 2017, come miglior tecnico ai Fifa World Player.
«Conservo gelosamente quel ricordo. Già vincere quel premio come miglior allenatore dell’anno Fifa era un traguardo immenso. Riceverlo da chi è stato il miglior giocatore della storia non può che farti enormemente piacere».
La sua Samp è reduce dal pareggio in trasferta col Milan. Ora, c’è il Napoli, quindi affronterà la Roma il 2 maggio. Come vede gli azzurri in questa corsa Champions?
«Vedo molto, ma molto bene Gattuso e i suoi ragazzi in questa corsa ai posti Champions. Ha recuperato, tranne Ghoulam, tutti i giocatori infortunati e si è vista la forza del Napoli. È stata una gran bella gara, ha vinto la Juve, ma il Napoli non ha demeritato. Mi aspetto la stessa forza, la stessa qualità, la stessa intensità vista contro la Juventus».
Che sensazione le ha lasciato la gara con il Milan?
«Amaro in bocca. Fa parte del calcio: alle volte vinci immeritatamente, alle volte pareggi e meriti di più. Resta la bella prestazione, la voglia di pressarli alti, il desiderio di imporre le nostre idee».
Che avversario è il Napoli e quali sono le chiavi del match?
«Prestigioso. Con tutto il suo potenziale, sappiamo che vanta giocatori come Osimhen, Mertens, Insigne, Politano. Il Napoli farà un rush finale di grande livello».
Come proverà a ripetere la gara fatta contro il Milan?
«Ci proveremo, anche se le caratteristiche dell’avversario sono differenti. Dovremmo stare attenti ad ogni aspetto, perché mi aspetto un Napoli simile agli ultimi 20′ visti con la Juventus. Anche prima ci aveva messo determinazione e rabbia, ma nell’ultimo tratto è stata una gran bella gara, hanno dato vita al calcio che piace a me. Vorrei dai miei che fossero pronti ad essere macchine da guerra per gare del genere, insensibili a tutto. Voglio il massimo in ogni partita, lo chiedo da uomo pragmatico».
Come lei, anche Quagliarella e Gabbiadini sfideranno il loro passato.
«Si conoscono già da un anno, sanno quello che chiedo, che movimenti fare. Agevola il mio lavoro. Gabbiadini non lo abbiamo avuto a disposizione per quasi tutta la stagione. Keita Balde, anche, prima con il Covid poi con qualche problema non siamo riusciti a sfruttarlo al massimo. E mi dispiace tanto non avere Torregrossa».
Dovrà fare a meno di uomini importanti a centrocampo.
«La squalifica di Silva e l’infortunio di Ekdal mi porterà a cambiare ancora una volta la formazione iniziale. Ci siamo abituati, ma adesso la decisione la prenderò soltanto domenica mattina».
Marco Giordano (Il Mattino)