«Bravi ragazzi. Ne siamo usciti a testa alta e soprattutto mi sono divertito fino alla fine…bravi tutti!», il tweet di Aurelio De Laurentiis arriva nella serata ed è un messaggio forte e chiaro per la sua squadra. Non è come un’inversione a U, non è come un ritorno agli inferi e ad ancestrali fantasmi. Gattuso pensa positivo, non ha bisogno di caricare i suoi alla fine della partita perché vede che il morale dei suoi non è a terra. La squadra c’è, ci ha provato e ha perso. «Ci rifaremo», ripetono come un mantra nel ventre dell’Allianz. Il secondo posto resta lì a quattro punti anche se fa rabbia perdere punti così, come ieri con la Juventus. Che fa festa grande, tra canti e urla, come se davvero fosse finita ieri sera la corsa alla Champions. Pensare positivo, ecco l’ordine di Ringhio. Immediato. Perentorio. La grande occasione è sfumata, ma questo Stadium è maledetto per gli azzurri che vi hanno perso con Benitez, Sarri e Ancelotti negli ultimi 8 anni. E hanno vinto una sola volta, in quella notte magica con il balzo da giaguaro di Koulibaly che fece respirare un’aria straordinaria. Tre anni fa, ormai. Gattuso entra nello spogliatoio e trova la squadra che prova a darsi coraggio, arrabbiata per la sconfitta, ma viva. E che rumoreggia per le occasioni sprecate, per un risultato che considera ingiusto, per la sfortuna e anche per le decisione dell’arbitro. Il ds Giuntoli ha protestato, anche nell’intervallo, con Mariani perché quel contatto in area, lo sgambetto a Zielinski di Alex Sandro solo lui non lo ha visto (e il Var non lo ha aiutato a rimediare alla clamorosa svista). No, quello era rigore netto, nettissimo, impossibile da non dare. Saranno giorni di polemiche, perché avrebbe cambiato il senso di ogni cosa. Ma tant’è. Pensare positivo, anche se oggi è un altro giorno di tamponi con la grande paura che qualcuno sia positivo. Gattuso aspetta Riccio, il suo braccio destro e i match analist che gli mostrano i dati: la squadra ha assediato la Juve nella ripresa. Parla alla squadra, poche parole. «Ragazzi, non è successo niente, nulla è perduto, siamo ancora lì. Adesso pensiamo subito alla Sampdoria e a come riscattarci».
P.Taormina (Il Mattino)