Juventus-Napoli: si è finalmente giocata la gara di andata, dopo che il giudice sportivo aveva attribuito il 3-0 a tavolino per i bianconeri.
Tanto tuonò che piovve.
Ieri pomeriggio, dopo un’attesa durata quasi sei mesi tra patetici e farlocchi annunci di formazioni ufficiali e sentenze dei tribunali variabili come il tempo nel mese di marzo, si è finalmente giocata Juventus-Napoli. Una sfida che suonava come l’ennesimo “spareggio Champions” per partenopei e bianconeri, reduci da due periodi diversi ma appaiati in classifica. A vincere sono i padroni di casa col punteggio di 2-1, risultato che nel computo complessivo metterà le due squadre in parità negli scontri diretti (dunque in caso di pari punti varrà la differenza reti complessiva).
Ecco i principali spunti del match:
- Gli occhi del “gattino”: ci aspettavamo un Napoli aggressivo contro un avversario in serissima difficoltà e a cui poter infierire il colpo letale. E invece no la squadra nei primi quarantacinque minuti sbaglia l’approccio come uno studente emozionato al suo primo esame universitario, solo i dettagli fanno sì che i ragazzi di mister Gattuso chiudano il primo tempo sotto di un solo gol e abbiano la possibilità di disputare una ripresa nella metà campo avversaria, anche se questo non basterà per portare a casa almeno un punto.
- Il “democristiano”: chiariamo subito che la partita non è stata affatto condizionata dall’arbitraggio perchè il signor Mariani commette due gravissimi errori, uno per parte, e forse sul 2-0 magari la Juventus avrebbe sofferto anche di meno. Nettissimo il fallo di Lozano su Chiesa e ancora più evidente quello di Danilo su Zielinski, il sospetto è che l’arbitro dopo essersi reso conto della prima valutazione totalmente errata, abbia voluto compensare raddoppiando il suo personalissimo numero di fesserie dimostrandosi di scarsa personalità.
- Il “cadeau” alla curva: nei primi quarantacinque minuti (quelli della “latitanza” partenopea) il Napoli, mentre Chiesa faceva malissimo su entrambe le fasce alla retroguardia dei campani, ha avuto anche due opportunità buone per trovare il gol. Ma sia Zielinski che Fabian, due tra i calciatori con i piedi migliori in assoluto della rosa, da ottima posizione confezionano due bei regali per la curva bianconera che un giorno prima o poi potranno essere restituiti ai raccattapalle..
- L’eterno Peter Pan: nel mondo della psicologia si chiama “sindrome di Peter Pan“, ovvero quella paura di diventare grandi e riuscire a spiccare il volo. Già perchè anche Juventus-Napoli ha dimostrato che gli azzurri ogni qualvolta hanno la possibilità di dare una spallata decisiva alla propria classifica si incartano e devono ricominciare un’affannosa rincorsa. Era successo alla vigilia di Inter-Napoli e si è ripetuto anche ieri, questa non può essere solo una coincidenza ma un difetto di personalità “strutturale” da correggere per chi nutre davvero delle ambizioni.
- La “chiave tattica”: la partita può essere letta in mille modi e ognuno potrà darne la propria interpretazione, premessa questa fondamentale per evitare offese gratuite “ad personam“. A mio avviso la formazione iniziale era quella più logica (al massimo si potrebbe discutere sulla scelta Lozano-Politano), ma quello che è mancato come ribadito è stato l’approccio al match. La Juventus ha fatto davvero male sulle corsie esterne con Cuadrado e Chiesa davvero bravi a creare superiorità, mentre Insigne e Lozano apparivano ingabbiati tra le maglie avversarie. Il secondo “sliding doors” per il sottoscritto è stato il doppio cambio al 57′ che ha reso la squadra più pericolosa ma allo stesso tempo anche più vulnerabile ed esposta ai contropiede. Tenere in campo Mertens forse è stato un azzardo non solo perchè il belga era totalmente fuori dal match, ma anche perchè così Gattuso ha costretto Zielinski ad abbassarsi di venti metri. Vero è che Demme non stava giocando benissimo ma il tedesco garantisce comunque sempre equilibrio e copertura, forse rischio per rischio sarebbe stato più utile togliere Hysaj e passare alla difesa a tre. Ma dal divano diventa sempre tutto più semplice..
Articolo a cura di Marco Lepore