Juventus-Napoli non sarà mai una partita qualunque. Del resto anche quando si è giocata in serie B la sfida è stata ad alta tensione. Non è qualsiasi per i tifosi, non lo è stata mai pure per Josè Altafini, 97 gol e 234 presenze con il Napoli tra il 1965 e il 1972, 37 reti in 119 gare con la Juventus tra il 1972 e il 1976. Il brasiliano in maglia azzurra, il 6 febbraio del 1966, risolse la gara con la Vecchia Signora al San Paolo, con un gol che sancì la vendetta di Sivori contro la sua ex squadra. El Cabezon gli ricambiò il favore (dal momento che l’attaccante paulista proveniva dai rossoneri), decidendo Napoli-Milan 15 giorni dopo. Nell’intreccio tra ex e vecchie ruggini rientra anche Juventus-Napoli del 6 aprile del 1975, esattamente 46 anni fa: in quella occasione però Altafini giocò contro gli azzurri (lasciati tre stagioni prima) nella sfida che valse lo scudetto. A Torino, con 70mila spettatori (più della metà erano napoletani), vantaggio di Causio al 19′, pareggio di Juliano nella ripresa e poi, a 2′ dal 90′, Altafini segnò, firmando uno dei gol più divisivi della storia del calcio italiano. E da quel momento fu, per i tifosi azzurri, core ngrato
«Non mi dite che mi chiamate ancora in quel modo, ogni volta che si affrontano Juventus e Napoli si ricorda di quella rete. Feci solo il mio dovere, del resto il Napoli non mi confermò, nonostante la mia volontà di restare in azzurro. La storia ha dimostrato che i traditori sono altri. Avevo un contratto a gettone con la Juve, feci solo quello che sapevo fare. Ho ricordi ancora splendidi di Napoli e della sua gente».
Quella gara valse lo scudetto, quella di domani solo un posto in Champions League.
«Infatti l’approccio è diverso, noi allora ci giocavamo il titolo italiano. Non so se quella da giocare ha addirittura il valore di salvare la stagione. Di certo è una partita importante per entrambe le squadre. In questo momento vedo favorito il Napoli. Sta meglio, lo dimostrano gli ultimi risultati. Poi nel calcio tutto può succedere».
Cosa ha la Juventus secondo Altafini?
«Dopo 9 anni poteva essere naturale che la Juve calasse in rendimento, fisiologico che perdesse di motivazioni e di fame. Molti giocatori non sono più quelli di una volta, il ciclo per alcuni si è esaurito e per questo non so quanto sia responsabile Pirlo».
Dall’altra parte c’è Gattuso, campione del mondo da calciatore con l’Italia, come Altafini lo è stato col Brasile (nel 1958).
«Rino mi piace, come allenatore è uno serio. E ho notato che tanti giocatori del Napoli lottano per lui, e questo è bello e può essere decisivo. Sarà una sfida aperta, comunque, con gli azzurri, ripeto, leggermente favoriti per quello che hanno fatto di recente e per come stanno fisicamente. La Juve ha qualche problema anche in difesa».
Quella bianconera resta però la meno battuta della serie A
«È vero, ha pure un asso come De Ligt, ma la sua retroguardia non è più la stessa. Per me Bonucci e Chiellini non sono più come una volta, quando erano veramente un punto di forza della squadra. Contro questo Napoli dovranno stare attenti».
Ma con Altafini – quarto marcatore di sempre in serie A con 216 reti -, teorico del golaço, non si può non parlare attaccanti, di Ronaldo e di Mertens, ad esempio
«Possono segnare sia l’uno che l’altro, hanno doti importanti e piede caldo. Cr7 anche se segna ancora tanto non mi sembra più lo stesso, non mi pare sia più il genio del calcio di qualche anno fa, il secondo mi piace, è speciale. E poi c’è anche Insigne che sta facendo bene».
Dario Sarnataro (Il Mattino)