Il Napoli è da anni per la Juventus un bastone tra le ruote, una spina nel fianco: eterna rivale per lo scudetto quando c’era Maurizio Sarri in panchina e adesso spalla contro spalla per un posto al sole nella Champions. E Gattuso ha poca voglia di ricordare i bei tempi dell’amicizia con Pirlo: la vita dei calciatori consente di vivere delle emozioni che quella di un tecnico fa dimenticare. Mors tua vita mea, c’è poco da fare i calcoli e c’è poco da fidarsi. Pure prima della finale di Supercoppa la Juventus sembrava in ginocchio, esattamente come questa reduce dal pari con il Torino (e dal ko con il Benevento). Ed è proprio di questo che Gattuso ha parlato ai suoi nella mattinata: «Nessuno deve pensare che siano in crisi, ricordatevi della partita di Reggio Emilia dove tutti pensavano che fossimo noi i favoriti (il Napoli la domenica prima aveva vinto 6-0 con la Fiorentina e la Juve era stata travolta dall’Inter, ndr) e invece abbiamo perso la partita e la Coppa». Un modo per dire: la Juventus ha nove vite. E in occasioni del genere riesce a far male. In realtà Gattuso li ha iniziato a pensare a questa supersfida già dalla gara con il Crotone. È un furbone, Ringhio: perché domani, senza intoppi, farà almeno sei cambi rispetto alla partita di sabato. Già tutti calcolati. Schiererà, più o meno, la stessa formazione che poi affronterà domenica la Sampdoria. Dunque, in sintesi: torna Demme che ieri mattina si è allenato regolarmente e tornano anche Zielinski e Lozano rispettivamente al posto di Mertens e Politano. Mertens, però, non va in panchina: ispirato com’è, sarebbe un colpo al cuore. Torna al centro dell’attacco, con Osimhen che scivola in panchina in attesa della solita staffetta che non dà noia al nigeriano neppure un po’. Napoli bello e pronto? Sì, con Hysaj che è favorito rispetto a Mario Rui e Manolas che deve mettere velocemente alle spalle l’orribile pomeriggio con il Crotone e ricordarsi alla svelta che il Napoli per strapparlo alla Roma ha versato per intero la clausola da 36 milioni di euro che lo ha reso, di fatto, il difensore più caro della storia del club azzurro. In porta, Ospina ha solo un piccolo dolore, assolutamente sopportabile. Oggi farà un altro test, ma allo Stadium toccherà a lui. Pino Taormina (Il Mattino)