L’Italia anche a Vilnius contro la Lituania, ottiene il terzo successo di fila, nella gara di qualificazione ai prossimi mondiali in Qatar 2022. Dopo un primo tempo avaro di emozioni, El Sharaawy liscia da ottima posizione, la ripresa cambia la musica. Entra Sensi e segna la seconda rete in nazionale. Poi diverse le palle gol ma Pessina, Locatelli e Immobile, si fanno ipnotizzare dal portiere lituano. Donnarumma però si supera e para da pochi passi su Eliousus. Nel finale il rigore trasformato da Immobile, ma lui non esulta, anzi sembra quasi deluso dalle reti che non aveva segnato.
G. Donnarumma 6,5 – E’ l’unico confermato, l’unico che ha giocato da titolare tutt’e tre le partite di qualificazione. Ha un obiettivo, spingere il record di imbattibilità azzurra da 515’ a 605’ e infatti ci riesce. Nel primo tempo però non manca qualche brivido, il primo con un’uscita di piede fuori area (arriva per un attimo prima di ?ernych), il secondo con un passaggio corto (tanto per cambiare) intercettato dal centrocampo avversario. Nella ripresa, la vera parata della sua gara su Eliousius: è così che salva l’1-0 e mantiene l’imbattibilità.
Toloi 6 – E’ il debutto per l’atalantino, il terzo italo-brasiliano della Nazionale di Mancini dopo Emerson Palmieri e Jorghinho. Cambia molto il suo gioco rispetto all’Atalanta non solo perché l’Italia difende a 4 e non a 3, ma soprattutto perché Mancini attacca a sinistra con Emerson e mantiene l’equilibrio difensivo sull’altro versante, così lui resta quasi sempre dietro, mentre nell’Atalanta sale senza palla come fosse un centrocampista. Detto questo, fa bene, con attenzione e ordine, quello che gli chiede il ct.
Mancini 6 – Non ci sono troppi problemi in difesa, però quando occorre chiude bene, con i tempi e i modi giusti.
A. Bastoni 6 – E’ utile soprattutto nell’impostazione della manovra col suo buon sinistro. Ma nella ripresa un suo brutto errore porta la Lituania a un passo dal gol.
Emerson Palmieri 6 – L’obiettivo è chiaro: deve riscattare la deludente prestazione di Parma contro l’Irlanda del Nord, ma servirebbe da parte sua più precisione. In pratica fa l’ala sinistra, nel senso che non viene mai servito sulla corsa: quando Locatelli e Pellegrini cercano di fare gioco, lui è già in postazione, largo e alto a sinistra. Come tutta la Nazionale, cresce nel secondo tempo partecipando anche all’azione dell’1-0.
Spinazzola (11’ st) 6,5 – E’ l’azzurro più in forma e lo fa vedere anche in questo pezzo di partita. La sua azione è continua e incisiva. Lo spunto con cui mette sulla testa di Immobile una palla-gol è da applausi.
Pessina 5,5 – Il suo inserimento da titolare va inquadrato anche nell’ottica del centrocampo tecnico e multi-uso. Con Gasperini gioca spesso dietro le punte, nel 4-3-3 di Mancini ha un posto da interno, all’inizio sul centrodestra, poi sul centrosinistra. Ma anche lui fatica a dare al gioco degli azzurri qualità e sveltezza, proprio che quello che servirebbe per schiodare la folta difesa lituana.
Barella (17’ st) 6,5 – Entra col passo giusto, col ritmo giusto ed ha il merito di procurare il rigore del 2-0.
Locatelli 6 – Come contro l’Irlanda, non è mai troppo preciso, mai così rapido da cogliere fuori tempo la linea difensiva della Lituania. D’accordo, non è facile sostituire Jorginho, ma il finale contro la Bulgaria ci aveva fatto sperare in una regìa più illuminata. Mancini lo lascia in campo nella ripresa, però lo sposta sul centrosinistra per consegnare la guida a Sensi e il Loca ne trae evidenti benefici. L’intesa fra i due prende corpo subito in occasione del gol (suo l’assist), poi arriva al tiro con grande pericolosità. Prende un giallo a metà ripresa e, già diffidato, salterà la prossima gara.
Lo. Pellegrini 5,5 – Se a Pessina tocca un compito barelliano (inserimenti in area a fari spenti), al romanista spetta un compito verrattiano (fare gioco insieme al regista). Ma un po’ il campo artificiale (un problema per la nostra squadra), un po’ la mancanza di spazio e un po’ la mancanza di brillantezza lo frenano.
Sensi (1’ st) 6,5 – E’ un cambio benedetto: due minuti e segna. E’ il gol che spinge l’Italia nella fase migliore della sua gara, quella dei primi 25’ della ripresa. L’interista è sempre al centro della manovra.
Bernardeschi 6 – Nel primo tempo deve dare di più, tanto di più. L’Italia costruisce (seppure con tanto fatica) al centro, ma deve/dovrebbe rifinire sulle fasce, nell’uno contro uno. L’esterno juventino, che nel suo club fa anche il terzino partendo da dietro, nei primi 45’ non crea mai la superiorità numerica. Cambia tutto nella ripresa, quando la sua azione diventa più insistente, più tecnica e più veloce.
Immobile 5,5 – Le difficoltà del primo tempo dell’Italia si possono sintetizzare nella prestazione di Ciro: vanno tutti al tiro, El Shaarawy, Bernardeschi, Pellegrini, Locatelli, lui mai. E mai uno spunto, mai un aiuto al fraseggio, mai niente. Ha la fascia di capitano al braccio ma è fuori dalla fase conclusiva dell’azione. Quando invece l’Italia prende il possesso del campo e del gioco e comincia a bombardare la porta del bravissimo Švedkauskas, gli càpitano quattro occasioni, due clamorose, una la mette fuori di testa, le altre tre se le fa parare. Alla fine mette la firma su rigore, però basta vedere la sua espressione dopo il gol per accorgersi che anche lui sa che quel rigore non riscatta la sua deludente prestazione.
El Shaarawy 5,5 – Tira tanto e tira male, sbaglia spesso la scelta finale e sbaglia anche l’unica palla-gol degli azzurri nel primo tempo. E’ uno di quelli sotto esame, da lui servirebbe il guizzo, lo spunto, il dribbling secco per saltare l’uomo. Invece niente. Inevitabile la sostituzione.
Chiesa (1’ st) 6 – Va a sinistra e parte bene. Poi rallenta, poi riparte. Dovrebbe essere più lucido nella scelta finale.
Mancini (Ct) 6 – Dieci cambi rispetto all’ultima partita con la Bulgaria, è un record nella rotazione della Nazionale visto che si tratta di partite ufficiali, ma sono tanti, sono in troppi per ritrovarsi subito. Se poi ci mettiamo anche il campo artificiale, che rende ancora più complicato il palleggio degli azzurri, ecco spiegata, almeno in parte, la difficoltà di fare gioco di tutto il primo tempo. Va decisamente meglio nella ripresa con l’inserimento di Sensi in regìa, l’Italia meriterebbe di segnare ben più di un gol. Sono 25 partite senza sconfitta, come Lippi. Ora può puntare Pozzo…
Fonte: CdS