La prima volta che Insigne giocò con l’Italia è stato proprio in questo stadio, il Vasil Levski National Stadium di Sofia. Sono passati praticamente nove anni da quel settembre del 2012, una serata che Insigne ha trascorso per intero in panchina (il debutto pochi giorni dopo con Malta). Di quella Nazionale sono sopravvissuti solo Acerbi, Bonucci, Verratti e Sirigu. Oltre a Lorenzo, s’intende. Nove anni dopo non è più solo un semplice comprimario, una speranza. È l’uomo che deve trascinare l’Italia. E non sempre lo fa con costanza. Ma in ogni caso, la sua prova è positiva con i due assist che procurano il rigore e poi il gol di Locatelli. E peccato che l’Italia va avanti anche senza le sue reti, per Insigne non è certo un dramma. È dal 15 novembre 2019, contro la Bosnia, che non riesce a segnare con la maglia della Nazionale. Dove però è pedina insostituibile: dopo gli 84′ con l’Irlanda del Nord, una gara intera con la Bulgaria. Difficilmente Mancini farà a meno di lui tra due giorni a Vilnius, con la Lituania, altra tappa importante verso il Qatar e il ritorno ai Mondiali, dopo l’incubo del 2018. P. Taormina (Il Mattino)