Sconcerti: “Poco calcio, anche in campo c’è la distanza tra noi ed il virus”

Mario Sconcerti, dalle pagine del Corriere della Sera, analizza e commenta la prestazione dell’ Italia di ieri sera e allarga l’orizzonte. Da quello calcistico a quello dell’ intero Paese, dove il Covid, ha messo distanza anche tra noi ed il calcio: La brutta Italia di Parma rafforza semmai l’idea che l’anno di solitudine ha cambiato il modo di giocare di tutti. C’è una specie di disagio psicologico, quella che Prandelli chiamerebbe un’ombra, la stessa dei ragazzi senza scuola, con la didattica a distanza, mancanza di socialità, di divertimento comune, quindi di stimolo. In campionato ci siamo abituati alla nuova routine. Ma osservando dall’alto è ormai evidente il passo indietro di tutto il calcio, fuso con fatica e noia dentro un nuovo gioco felpato, disordinato, che ha pochissime eccezioni. È una materia oscura che avvolge tutto e cambia i giocatori come cambia i bambini. Il gioco si è trasformato dovunque in controlli, contagi, diffidenze, fuga dagli altri. L’opposto di come si costruiscono le squadre”.

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