Come sarebbe il Napoli con il 3-5-2 di Simone Inzaghi (Grafico)

Con Simone Inzaghi,  il problema dell’esperienza rispetto ad Italiano non ci sarebbe certo. Ma sorgerebbe quello legato al sistema di gioco. Perché volendosi basare sull’avventura con la Lazio, Inzaghi si è caratterizzato per il 3-5-2. Certo, nella sua prima stagione alla guida della prima squadra (2016-17) ha proposto il 4-3-3 o 4-2-3-1, ma poi da quella successiva il copione è stato sempre lo stesso: difesa a tre, due esterni a tutta fascia (prima Basta e Lulic, poi Lazzari e Marusic), un regista e due centrocampisti di qualità che supportano la manovra offensiva (Luis Alberto e Milinkovic-Savic). In avanti non si scappa: due punte. Un classico numero 9 (Immobile) che catalizza il gioco e soprattutto la butta dentro con continuità, affiancato da un giocatore più «leggero» (Correa, ma in passato lo ha fatto anche Luis Alberto) che apre lo spazio per gli inserimenti dei centrocampisti e serve assist per la punta centrale. In questo sistema di gioco, però, il primo a fare fatica sarebbe Insigne che dovrebbe transumare dalla fascia all’area di rigore avversaria, posizione che fin dai tempi di Ancelotti non gli è mai stata particolarmente congeniale. Nell’eventuale 3-5-2 di Inzaghi, infatti, i più penalizzati sarebbero gli esterni d’attacco, che nel Napoli sono attualmente 3: Insigne, Lozano e Politano, giocatori che danno un valore aggiunto non da poco alla squadra. E poi ci sarebbe da rifondare il reparto arretrato visto che con la partenza di Maksimovic (in scadenza di contratto) resterebbero solo tre centrali: numero troppo basso per reggere all’interno di una stagione lunga e ricca di impegni tra campionato e coppe. Ecco perché Inzaghi a Napoli potrebbe dover cambiare, o meglio tornare al passato: dimenticando l’esperienza laziale e adattandosi all’organico già presente in rosa. B. Majorano (Il Mattino)

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