Nazionale – Da 46 gli azzurrabili dovranno diventare 23: “blindati” i tre portieri e gli attaccanti

La nazionale dopo il 2018 di rinascita, il 2019 di definizione, il 2020 di affermazione, siamo arrivato al momento della attesa consacrazione. In questo senso Mancini ha lavorato sulla qualità e sul ridare prospettiva anagrafica al gruppo. Scelto il modulo («Il 4-3-3 è la nostra certezza»), il metodo per comporre la rosa seguirà la scelta doppia per ogni ruolo (dunque 8 difensori, 6 centrocampisti, 6 attaccanti, cercando magari di privilegiare uomini capaci di coprirne più di uno. Esempio: Pellegrini interno ma anche esterno tattico a sinistra). Per quanto riguarda gli uomini poi, reparto per reparto, si può dire che il capitolo portieri può essere considerato archiviato: Donnarumma, Sirigu, Cragno più Meret “riserva”. Passando alla difesa, il blocco dei centrali prevede Bonucci-Chiellini, più Acerbi-Bastoni (lasciando fuori così Romagnoli, Mancini e Ferrari), più a destra Florenzi e il duttile Di Lorenzo in vantaggio su Calabria, infortunatosi, e sul deb Toloi; mentre a sinistra Spinazzola-Emerson Palmieri sembrano sicuri del posto (con alternativa Biraghi). Il bello viene in mezzo e in avanti. Se Barella-Jorginho-Verratti non si discutono, così come Locatelli e Pellegrini, per un posto corrono in nove: Castrovilli, Cristante, Mandragora, Pessina Sensi, Soriano, Tonali, più Zaniolo («Solo se recuperato a pieno») e il deb Ricci. Qui Mancini dovrà davvero trovare la quadra, pensando a quale giocatore valga di più come vice Jorginho, suo punto fermo. Per quanto riguarda l’attacco poi, anche qui le cose si complicano per il ct: se Immobile-Belotti, ancora in ballottaggio, non si discutono, così come Insigne e Chiesa (tra i più in forma), se Kean rappresenta il suo nuovo Balotelli, se Bernardeschi resta tra i suoi pupilli, vorrebbe dire che per Berardi, Caputo, El Shaarawy, Grifo, Orsolini e Scamacca all’Europeo non ci sarebbe posto. Vedremo. Fonte: CdS

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