Il lungo applauso della squadra a se stessa rimbomba nel ventre silenzioso dell’Olimpico. Non ci sono cori, ci sono solo i complimenti, le pacche sulle spalle, le strette di mano, i sorrisi. Che tutti fanno a tutti. E Gattuso fa alla squadra, la sua squadra. Quella squadra che qualcuno raccontava fosse persino stufa delle sue urla a bordocampo, del suo modo di richiamare i suoi calciatori sul terreno di gioco. Ringhio è lì, con Giuntoli e con Riccio, il suo fedele amico assistente. Il silenzio stampa, assurdo e senza senso, va avanti e andrà avanti fino alla fine della stagione, c’è da giurarci. È un capriccio di De Laurentiis. E il patron non cambierà idea. Un peccato. Sempre. Figurarsi dopo una notte magica come quella di ieri. Il tecnico ha una voglia matta, dopo questa vittoria, di raccontare, spiegare. Non può farlo. De Laurentiis non ha cambiato idea, nonostante anche lui sia tornato sereno, persino felice e il rapporto tra il patron e il tecnico è divenuto, semplicemente, normale. Ma De Laurentiis ha mostrato prima della gara il suo umore, ha voluto ripetere quello che ormai è una specie di rito. Ha incontrato i calciatori, li ha salutati senza chissà quale discorso. Poi, però, è andato via prima, perché il freddo era pungente. Alla fine ha inviato messaggi a tutti, perché è questa una vittoria che lascia il segno. P. Taormina (Il Mattino)