È stato un monologo, quello azzurro all’ Olimpico, un ritorno alla realtà. Eppure era tra diue uomini con la valigia. Quello che viene dalla Calabria per settimane si è ritrovato travolto da una serie di insinuazioni e da quell’insopportabile – dal suo punto di vista – hashtag gattusout. Non erano alibi i suoi, ma spiegazioni. Mertens lo abbraccia, ma non è solo il belga che gli salta addosso: c’è il sorriso larghissimo di Mario Rui, che ha mostrato con una prova straordinaria che il gruppo è compatto: ne avrebbe di ragioni per avercela con Gattuso, che per due volte quest’anno lo ha messo alla porta. Era un calendario da bollino rosso, è diventato quasi un giro di giostra. Una gara, quella con la Roma con gioco, occasioni, gol e divertimento. Nel 4-2-3-1 disegnato da Gattuso non c’è un uomo fuori posto né minimamente a disagio, con Fabian nel vivo del gioco, con Politano, Zielinski, Mertens e Insigne che divorano il campo. Qualche apprensione nella ripresa, ma il primo tempo, sbirciando il taccuino, è di fatto un monologo napoletano, con gol e superiorità. Prima di andar via dice solo due parole ai nazionali che partono: attenti al Coronavirus. Anche in questo, un fratello più grande.
Il Mattino