Ecco uno stralcio dall’intervista rilasciata da Fabio Capello al cdS sul momento del campionato di serie A e sul posticipo Roma-Napoli.
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: Fabio Capello è nemico dell’ovvietà televisiva, titolare del giudizio sferzante, sempre attento a non lasciarsi ingabbiare nel gioco del luogo comunismo o del calcisticamente corretto. Frasi brevi e puntute, le sue, degli spot, autentiche accensioni. Alle parole abbina il tono e lo sguardo dissacrante e furbo di chi ne sa di più. Capello è più libero che mai. Ha vinto tanto, e viaggiato, e guadagnato di più. A settantaquattro anni se ne fotte. Quando ne aveva trenta e giocava, se ne fotteva ugualmente. L’età gli ha migliorato l’umore e triplicato i sorrisi. «Siamo fuori dalle coppe per mancanza di qualità e semplicità» assicura. «Resiste la Roma, per fortuna. Il Milan ha pagato un sorteggio sfortunato e le tante assenze, tante e tutte in una volta. Contro qualsiasi altro avversario sarebbe passato».
Non credi a un ritorno della Juve.
«No».
E nemmeno in Pirlo? «A Pirlo è mancato il percorso di formazione, s’è dovuto arrangiare da solo nei primi tre mesi. La sua è stata una full immersion pesante ma che ha affrontato consapevolmente. Ti dicevo di Gotti: al contrario di Pirlo, si è fatto le ossa come secondo di Donadoni e Sarri. L’esperienza è un valore, aiuta a ridurre il numero degli errori, favorisce l’intuizione».
Roma-Napoli è una sfida tra deluse? «Hanno avuto delle delusioni, la Roma con le migliori, il Napoli con le piccole. Sono ancora in grado di recuperare e puntare al quarto, anche se davanti hanno squadre più continue».
Fonte: CdS