Lozano la sorpresa, perché molte volte si è trovato a lottare contro tutti. Spesso anche perché era rimasto da solo, viste l’ecatombe di infortuni in serie rimediati dai suoi compagni di reparto. La sua velocità, la sua flessibilità, le sue discese solitarie, i dribbling, e anche i gol (ben 13) sono venuti meno in questi 36 giorni. Da quella gara con la Juventus in cui non è riuscito a fare quello che Gattuso gli chiedeva: restare in campo e basta. Solo per fare numero. No, Lozano sentendosi sempre più una bandiera di questo Napoli, una bandiera che mai si è arresa neppure nei giorni di maggiore sofferenza, ha stretto i denti e lottato anche più di quello che avrebbe dovuto fare. Mostrando anche di avere un carattere che quello sguardo che talvolta sembra in balia del vocione di Gattuso pareva non avere. Con Gattuso, Lozano è diventato giocatore centrale, producendo gioco e divertimento, puntando e saltando l’uomo. Nei giorni di riposo, mica è rimasto a casa a godersi il cielo di Napoli. Macché. Si è allenato. In realtà è rimasto anche lui piuttosto sorpreso dalla decisione di Gattuso e del medico Canonico di non convocarlo per la gara di domenica sera con il Milan. Era sicuro, visto anche il tipo di allenamento che ha sostenuto con la squadra la settimana passata tra allunghi, sterzate, contrasti senza paura di giocare con il Milan. Ma all’ultimo secondo il cambio di programma: meglio non affidarsi alle sensazione del Chucky, meglio prendersi qualche giorno in più per far totalmente recuperare l’attaccante dallo stiramento. E domani sarà pronto. P. Taormina (Il Mattino)