Tra De Laurentiis ed Agnelli questa stagione era iniziata malissimo, in piena sintonia con la rivalità di sempre. Con Andrea Agnelli che, nel vuoto dell’Allianz Stadium, aveva detto: «Noi le regole le rispettiamo…». Chiaro che il riferimento era a De Laurentiis che quella sera, dopo il no dell’Asl, aveva fermato il Napoli in partenza per Torino. Con il presidente della Juventus che aveva svelato che qualche ora prima aveva rifiutato il rinvio chiesto proprio dal patron azzurro per il timore di un focolaio in corso dopo la positività di Zielinski ed Elmas. Il Napoli è poi riuscito ad avere ragione al Collegio di Garanzia del Coni sostenuta dalle norme (amministrative e del buon senso) e dalla difesa abile dell’avvocato Lubrano ma agevolata anche dall’assenza in giudizio della Juventus che ha sempre deciso di non costituirsi (e al Coni persino la Figc scelse di non essere presente a difendere le sentenze dei suoi due giudici sportivi di primo e secondo grado). Ma in questi ultimi mesi, i rapporti di De Laurentiis con Andrea Agnelli si sono fatti più stretti anche perché i club italiani di vertice hanno iniziato a capire che la cosa migliore è fare cartello anche in un’ottica europea, perché è con l’Europa che si compete. Alle società di vertice, quindi Napoli e Juventus, ma anche Milan, Inter, Lazio e Fiorentina, conviene avere strategie comuni e visioni condivise sul piano commerciale e politico, mica rimanere separati da rivalità antiche e ormai antiquate che servono solo a indebolirsi, a fare i capponi di Renzo. Il primo ad alzare la voce contro l’accordo con i Fondi Cvc-Advent-Fsi per il 10% della media company è stato De Laurentiis. Era completamente da solo l’estate scorsa con le sue 35 pagine di progetto di autonomia del calcio italiano mentre il resto dei club era certo che gli 1,7 miliardi di euro che da lì a poco sarebbero stati versati nelle casse del calcio italiano dai Fondi, sarebbero serviti a salvarsi dalla crisi. E invece uno a uno, iniziando dal suo amico fedele Lotito, li ha convinti. Compreso Agnelli. «Perché mai dobbiamo cedere la governance ad altri? Il progetto di media company lo possiamo fare da soli» è il mantra di De Laurentiis. Un’asse che ha trionfato. E nell’ultima assemblea la santa alleanza ha preso vita anche ufficialmente: «Il lavoro della commissione istituita per trattare con i fondi è concluso, Napoli e Juve sono indisponibili a tornare a trattare». Considerando che i due presidenti Agnelli e De Laurentiis fanno parte della commissione negoziale significa che è stata messa una pietra tombale. E lo stesso vale anche per i diritti tv del prossimo triennio dove il Napoli e la Juventus continuano a spingere per Dazn (la Lega è spaccata esattamente a metà sull’argomento) con tanto di lettera di fuoco inviata ai vertici della Lega Calcio e ai club del fronte opposto. P. Taormina (Il Mattino)