Con i numeri non bisogna scherzare e soprattutto bisogna leggerli bene, attentamente, persino interpretandoli: raccontano le statistiche, incapaci di mentire, che Cristiano Ronaldo ne ha segnati 23, oscurando persino Pelé; poi c’è Lukaku, sta a diciannove, con quel fisico travolgente e una natura da attaccante fatto e finito; sul podio si è sistemato Muriel, ne ha fatti 16, altro tipica punta – prima o anche seconda, però assai aderente ai sedici metri e con una vocazione indiscutibile; a quattordici ci sta un terzetto, nessuno che sfugga all’identikit del «serial killer» – Ibrahimovic, Immobile e Lautaro Martinez, uno che lo chiamano «il toro»; e infine (infine?) la settima meraviglia arriva da Frattamaggiore, sa quindi di Napoli da sempre, si chiama Lorenzo Insigne, fantasista per definizione e per talento, che alla compagnia si è aggregato e dalla quale non intende staccarsi. Conviene temerlo.
A. Giordano (CdS)