Milan-Napoli di stasera è stata una sfida che ha fatto un’epoca negli anni ‘80. Non ci piove. E lo sliding doors che attende gli azzurri all’imbocco del Meazza spalanca a due mondi agli antipodi. Vincere significa arrivare a -6 dal secondo posto e risucchiare anche il Milan nel mischione, perdere (o anche pareggiare) significa fare passi all’indietro dalla zona Champions (la Roma gioca a Parma). In ogni caso, sono due pianeti distanti anni luce, non solo in termini aritmetici. Vincere sul campo del Milan, tornare a sconfiggere in questo campionato una big (fino ad adesso il Napoli ha battuto solo Roma e Atalanta nel vecchio San Paolo) avrebbe il senso vero della svolta e restituirebbe definitivamente autostima alla banda Gattuso. In ogni caso, Politano e Insigne agiranno ai lati e Zielinski da sottopunta come da tradizione negli ultimi tempi. Hysaj è in vantaggio (netto) su Rui. Le scelte vengono fatte seguendo l’unica gerarchia della condizione psicofisica ma finché Lozano non torna c’è poco da fare: l’esclusione del messicano ha un certo alone di mistero, perché sembrava davvero recuperato almeno per la panchina. Ma all’ultimo secondo il medico Canonico e Gattuso hanno deciso di non correre rischi e di tenerlo al riparo da ricadute perché visto che è un giocatore esplosivo, che non si trattiene, il pericolo è dietro l’angolo. Con la Roma sarà al top. È in difesa che a un tratto torna l’emergenza: Rrahmani rimedia un leggero stiramento ma è l’esclusione dalla lista dei convocati di Manolas che sorprende. È tornato a lamentare dei problemi fisici che sembravano superati e che invece (evidentemente) non lo sono. Diciamo che l’errore con il Sassuolo non lo ha aiutato. Intanto, resta a Castel Volturno ad allenarsi. P. Taormina (Il Mattino)