“In Italia non si investe più sui giovani, mentre nel resto d’Europa lo scouting ed il settore giovanile sono al primo posto – queste le parole di Massimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, ai microfoni de ‘Il Sogno Nel Cuore’, trasmissione condotta da Luca Cerchione e Raffaella Iuliano in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. La crisi economica post pandemia spingerà le società ad investire di più su questi due rami fondamentali. L’Atalanta è un esempio in questo contesto: è partita con un progetto molto lontano nel tempo, ma già da qualche anno sta raccogliendo i frutti. Attenzione, però: la pandemia ha solo evidenziato i problemi economici che erano già ben radicati nel mondo del calcio. Gattuso? L’ho portato sulla panchina della primavera del Milan. Amo trovare e lanciare i giovani. A Napoli Rino sta facendo un percorso molto importante, mi fa piacere che si stia imponendo nel calcio italiano, anche se De Laurentiis si aspettava qualcosa in più dal punto di vista dei risultati. Il calabrese, però, ha tutte le attenuanti del caso. L’organico a sua disposizione è fra i migliori della serie A, ma non ha quasi mai avuto tutti i calciatori a disposizione. Per me Gattuso resta uno dei migliori tecnici italiani, e mi auguro che finirà la stagione in crescendo riuscendo ad arrivare in zona Champions League. Sostituti? Non intendo offendere nessuno, ma credo che quanto fatto da Rino a Napoli nel post-Ancelotti, sarebbe riuscito a pochi. Bisognerebbe giudicarlo in maniera serena, perché prendere un altro allenatore potrebbe essere un errore. Serve pazienza, serenità ed obiettività per giudicare l’operato del mister. L’Atalanta, ad esempio, ha avuto tanta pazienza con Gasperini: era partito malissimo, ma lo hanno aspettato ed è riuscito a mettere in piedi una bellissima realtà. De Laurentiis? Ha fatto rinascere questa società prendendola dalla serie C e portandola, negli ultimi anni, a competere per lo Scudetto con la Juventus. Rino accetterebbe il rinnovo? È un grande lavoratore, uno che non sta a guardare se ha il contratto o meno, ma lavora sempre con lo stesso entusiasmo di uno che ha 10 anni di contratto. A lui interessa che la società gli mostri un progetto preciso ed abbia fiducia in lui e nel lavoro suo e del suo staff. Comunque il calcio cambia dalla sera alla mattina, ed è anche giusto che una società come il Napoli possa guardarsi intorno se non è soddisfatta, non ci vedo nulla di male. Obiettivi? Auguro al Napoli di raggiungere il quarto posto, che è fondamentale e non arrivarci sarebbe un dramma sportivo. Se recupereranno tutti gli infortunati, ci arriveranno senza problemi. Insigne? È assolutamente il leader di questa squadra. Credo che sia un campione, e sono convinto che ora non ha ancora raggiunto il suo massimo, anzi, credo possa fare ancora di più. È un giocatore che ama la maglia del Napoli ed è un grande campione”.