Sassuolo-Napoli: girandola di gol al “Mapei Stagdium” con gli azzurri si fanno raggiungere sul 3-3 nei minuti di recupero dai neroverdi all’ultimo secondo.
Un pareggio che sa di sconfitta per il Napoli, impegnato ieri pomeriggio in trasferta sul campo del Sassuolo, che alla fine merita il punto anche se ottenuto con due calci di rigore. Tanta rabbia per i supporters dei partenopei per l’occasione sfumata per arrivare in zona Champions. Ecco i principali spunti del match:
- Il “grazie” speciale: tre reti sul groppone che hanno un nome e cognome, ovvero Kalidou Koulibaly. La sua “cappellata” di tre giorni fa costa carissimo al Napoli, costretto a presentarsi in campo col duo “horribilis” Maksimovic-Rrhamni che in quattro partire avevano subito nove reti. Avevo gridato alla multa per questo ragazzo che guadagna sette milioni netti all’anno perchè la sua leggerezza potrebbe costare definitivamente la Champions.
- I due colpi di testa: la sensazione è che il Napoli in questa stagione stia pagando lo stipendio al fratello scadente di Maksimovic, perchè francamente ho finito gli aggettivi per definire le fesserie del centrale serbo. Perfetto il suo colpo di testa nell’occasione del suo sfortunato autogol, con la palla messa imparabilmente alle spalle di Meret, mentre nella ripresa in area di rigore avversaria, tutto solo a due metri dalla porta è riuscito a metterla alta. Roba da non credere..
- Il “nomignolo”: lo hanno chiamato “Cafone“, “Nano” ma il più cattivo è “Nonsigne” perchè lui è napoletano. Il capitano è uno dei pochi che ci mette sempre il cuore a difesa della maglia e della sua città, mentre gli altri non sono mai stati così presi di mira. Un gol stupendo annullato dal Var, un assist al bacio per Di Lorenzo e un rigore che poteva essere pesantissimo trasformato al 90′, questi sono i numeri della partita di Lorenzo Insigne. Situazioni che zittiscono solo per qualche ora i “rosiconi“, pronti ad attribuirgli tutte le colpe alla prossima partita negativa.
- La figura mitologica: in questo momento è assurdo il silenzio societario, nessuno parla (per fortuna neanche Giuntoli e Gattuso) e nessuno capisce le vere intenzioni e i progetti futuri del club con l’Europa che conta ormai lontanissima cinque punti. Purtroppo tranne il presidente, che però spesso quando apre bocca rischia di fare danni, a Napoli da anni abbiamo un Direttore Generale (Andrea Chiavelli) che sarà abilissimo nei conti agendo nell’ombra, ma di cui quasi nessuno ne conosce il volto. Se a Milano, sponda Inter, c’è Marotta che prova a rassicurare tutte le settimane i tifosi nerazzurri nonostante una situazione economica della proprietà quasi drammatica, a Napoli non esiste questa figura. Intanto ci sono delle domande che ci poniamo: che voce avrà Chiavelli? Si sentirà un pochino il suo accento romano? Per quello che ne sappiamo potrebbe essere anche una figura mitologica, “metà uomo metà bilancio..“
- Quindici secondi di assoluta follia: fa davvero male per chi tifa Napoli vedersi agguantare dal Sassuolo negli ultimi quindici secondi di gara. Dobbiamo però riavvolgere il nastro di quell’azione: Di Lorenzo batte il fallo laterale con Lobotka e Bakayoko che scattano in avanti, lasciando spazio al contropiede degli avversari e il neo entrato Manolas che compie un fallo da rigore da calcio amatoriale su un avversario ormai in uscita. Tutti colpevoli, chi più chi meno, compreso l’allenatore che, mi chiedo, ha mai provato una situazione di gestione del genere in allenamento? La risposta a me sembra palese, come l’idea di sostituire il suo centrale al minuto 85 (cosa non fatta con l’ammonito Koulibaly sul 2-0 contro l’innocuo Benevento di questi tempi), come l’assenza totale di uno schema su calcio da fermo (zero gol in stagione da angolo). Ormai è quasi tutto perso e anche Gattuso (un punto nelle ultime quattro trasferte) merita di vivere questo calvario fino in fondo, troppo comodo prendere i soldi da esonerato. Ma attenzione che nella lotta al settimo e ultimo posto disponibile per l’Europa (sembra assurdo quello che sto dicendo ma purtroppo non lo è) l’Hellas Verona è vivissima!
Articolo a cura di Marco Lepore