Lo sport è in agonia. Questa pandemia lo ha messo in ginocchio. «Se dopo Pasqua non ci danno la possibilità di lavorare con gli abbonati, non solo noi rischiamo di fallire, ma il crac potrebbe riguardare più della metà delle palestre e delle aziende del settore sportivo a Napoli». A lanciare l’allarme è Patrizio Oliva, gigante del pugilato e socio del campione di scherma Diego Occhiuzzi, col quale condivide la palestra Milleculure al Polifunzionale di Soccavo.
Come vanno le cose? Si riesce a resistere? «Possiamo provare a stringere i denti ancora per poco. Finora abbiamo sempre cercato di pagare regolarmente l’affitto al Comune nel Polifunzionale. E ci siamo riusciti, ma ora cominciamo a fare fatica».
Il problema riguarda i costi? «Tra affitto e utenze le spese sono immutate. Noi affiliati Coni siamo aperti con le attività agonistiche. Ma le perdite sono gravi. Abbiamo ridotto le presenze in palestra e aumentato i corsi per mantenere fede alle disposizioni anti-virus. Abbiamo speso migliaia di euro solo per le sanificazioni degli ambienti tra un corso e l’altro».
Secondo lei, visto che il virus è tutt’altro che scomparso, cosa si potrebbe fare per alleviare le ferite della crisi? «Bisogna rendersi conto che l’attività agonistica da sola non può bastare per sostenerci. Abbiamo costi molto abbordabili di abbonamento, vista la vocazione sociale della nostra palestra, ma senza iscritti non si va da nessuna parte. Inoltre senza sport la popolazione rischia più facilmente andare in depressione in questa fase. Sento che Draghi parla dell’importanza del pil prodotto dal turismo, ma anche le competizioni sportive portano 1,4 del pil nazionale».
Cifre non di poco conto. «Basta pensare a quanta economia hanno generato le Universiadi a Napoli. All’indotto del turismo va aggiunto quello del turismo sportivo: negli anni scorsi migliaia di vacanzieri hanno scelto come meta i luoghi di competizioni sportive».
Gli iscritti paganti a che percentuale di fatturato corrispondono? «Al 100%, ma, ripeto, lo sport è fondamentale anche per la psicologia e per la prevenzione medica dei cittadini. Senza contare che l’aumento della violenza tra i giovanissimi, registrato nelle ultime settimane a Napoli, trova sponda nell’impossibilità delle valvole di sfogo sportive assenti ormai da troppo tempo».
In queste condizioni per quanto altro tempo può resistere Milleculure? «Non c’è speranza. Mi sento di lanciare un appello che vale per tutta la categoria: se non tornano gli iscritti dopo Pasqua si chiude. E questo discorso riguarda noi e tutte le palestre. Così come un ristorante si mantiene sui clienti, una palestra si mantiene sugli iscritti: sono la nostra materia prima. Se la gente non può venire ad allenarsi noi dobbiamo comunque continuare a sostenere costi di affitto e di utenze».
Sgravi fiscali o ristori ne avete ricevuti? «Nel nuovo anno non abbiamo ricevuto nulla, eppure non incassiamo».
Intervista a cura di Gennaro di Biase. Fonte (Il Mattino)