A quasi sei mesi dalla prima telefonata della Juventus a Perugia, arriva la prima condanna per l’esame “farsa” a Luis Suarez. Un anno con pena sospesa a Lorenzo Rocca, il professore dell’Università per stranieri davanti al quale il bomber ha sostenuto la prova per la certificazione di lingua italiana di 15 minuti per ottenere la cittadinanza e poter quindi giocare col club bianconero che a settembre era pronto a portarlo via da Barcellona. Il professore, andato via da mesi dalla Stranieri, ha infatti patteggiato per le accuse di falso e rivelazione di segreti di ufficio. Per quel colloquio inusuale via Teams con Suarez prima dell’esame, ricordato addirittura con una foto trovata sul suo cellulare, per l’impegno a non «uscire dai binari» del copione prestabilito – secondo la ricostruzione della procura – e per il concorso nella decisione di trovare una data più vicina per venire incontro alle esigenze di mercato della Juve. Ma Rocca già cinque giorni dopo l’esame aveva ammesso parte delle sue responsabilità davanti al procuratore capo Raffaele Cantone e ai sostituti Abbritti e Mocetti, ribadite anche nell’interrogatorio davanti al gip: «La mia responsabilità è stata quella di non essermi sottratto, di non essere riuscito a dir no per varie ragioni, per pressioni, per spirito di appartenenza all’istituzione». Così adesso il professore, definitivamente fuori dall’inchiesta e nell’attesa per gli altri della conclusione delle indagini, diventa il grande accusatore. «Tutti sapevano benissimo che la vera ragione dell’istituzione della sessione straordinaria era Suarez», ha detto per esempio al giudice Piercarlo Frabotta. A cura di Egle Priolo, fonte (Il Mattino)