6 ZIELINSKI – Gol splendido che dimostra che quando si ha il coraggio si fanno cose importanti. Inverte spesso la posizione con Fabian Ruiz per evitare di concedere punti di riferimento all’Atalanta in prima pressione, anche se agisce prevalentemente da trequartista. Non molla fino a che non esce.
5 INSIGNE – Si divora il gol del 2-2 che Gollini gli respinge con i piedi. Ha mal di schiena e stringe i denti, fa quello che può e in realtà non è molto. Ci si aspetta che sia l’arma segreta, da gettare nella mischia per provare a rendere più insidiosa la manovra degli azzurri. Ma alla fine è timido e mai decisivo. Ed è un peccato.
sv KOULIBALY – Appena mette piede in campo arriva il gol di Romero proprio nel suo territorio di controllo. Poiché va tutto storto, dal momento in cui torna a giocare, non succede più nulla. Perché la partita è virtualmente conclusa proprio con quella disattenzione collettiva di un reparto che sembra una banda del buco.
sv GHOULAM – Due giorni dopo essere tornato negativo al Covid, rimette piede in campo. La ruggine è già la sua normalità, quindi non è che si possa pretendere chissà cosa dopo questi 15 giorni fermi al box. Prende il posto e la posizione di Mario Rui, l’emergenza è totale ed è giusto accelerare il suo rientro in campo.
sv LOBOTKA – Disastroso a Granada, non può che giocare una manciata di minuti giusto per consentire al povero Zielinski arrivato alla fine senza un briciolo di energia di andare a respirare. Non riesce mai a farsi notare, anche perché da quel momento la partita smette di essere stata una battaglia.
Gattuso (all.) 4,5 – Lui è l’autista del pullman che guida dalla panchina urlando nel vuoto. Oltre i due gol (uno offerto), c’è il deserto.