Per due ragioni. La prima di natura economica: in estate è stato pagato 80 milioni di euro e Gattuso ha deciso di cucirgli addosso il vestito del nuovo Napoli. La seconda è di natura funzionale: al momento è l’unico attaccante centrale in rosa. Stop. Da soli questi due elementi basterebbero per spiegare quanto adesso sia diventato fondamentale il suo apporto. Si aggiunga che il giocatore è stato out per 72 giorni (tra infortunio alla spalla e Covid) e dopo un’attesa così lunga, le aspettative sono diventate altissime.
IL FLOP – Contro il Granada ennesima prova insufficiente per il nigeriano che ha calciato due volte in porta: la prima il tiro è finito largo dalla porta degli spagnoli, la seconda, invece, la conclusione è finita debole e senza precisione tra le braccia di Silva. Troppo poco per giustificarlo dopo 3 mesi e 80 milioni spesi. Anche perché al netto delle due conclusioni a preoccupare è la totale mancanza di feeling con il resto della squadra. Osimhen finisce sistematicamente nella rete della difesa avversaria. Era successo sabato sera contro la Juventus, è successo ieri sul campo del Granada. Troppo poco se si considera che il bigliettino da visita del nigeriano era fatto da scatti, movimenti in profondità e rapidità nell’uno contro uno. Eppure non si è vista nulla di tutto ciò. Zero movimenti utili anche solo per aprire spazio e agevolare l’inserimento dei compagni. Certo, anche Gattuso ha spiegato a fine gara che il giocatore continua ad avere problemi alla spalla. «Gioca ancora con una fasciatura e non è al 100%», ha spiegato Gattuso. «Deve trovare continuità e brillantezza per esprimere il suo gioco, in questo momento ha tante pause e non riesce a esprimere il suo gioco». B. Majorano