Gattuso risentito: “Non voglio più  gli attacchi personali”

«La società mi deve giudicare per quello che faccio La squadra ha dimostrato coraggio e carattere»

Con gli occhi spiritati, gli stessi che hanno attraversato il mondo (e l’hanno conquistato), ora si può lanciare uno sguardo nelle tenebre: quando Napoli-Juventus non c’è più, e dinnanzi a Gattuso spunta di nuovo la luce, ciò che resta d’un passato tormentato, vissuto contorcendosi tra dieci sconfitte e mille domande che improvvisamente sfilano via, si coglie il retrogusto dolcissimo d’una rivincita consumata pure con il destino. La crisi è esistita, palpabilmente ossessiva, e per uscirne c’è voluta una serata «diversa», ossequiata ordinatamente provando ad essere se stesso, evitando di guardarsi intorno, e costruendosi un fortino nel quale ripararsi in una notte da mediano. 

 È stata dura, Gattuso, ma ce l’avete fatta a rialzarvi. «Abbiamo sofferto tanto però s’è visto un grande spirito di squadra. La Juventus avrebbe meritato qualcosa in più ma per noi è una grande vittoria, ci voleva per il morale».

Eppure la sorte vi ha azzannato nel riscaldamento, fuori Ospina, il suo portiere titolare, e dentro Meret, che ha reagito con il talento.  «Ma questo è il calcio e io non mi piango addosso. Quest’anno non ci è andata mai troppo bene: io gli attaccanti non li ho mai avuti a disposizione. Ma siamo ancora lì ed è merito dei ragazzi. Ci mancano i tre punti con lo Spezia, altre partite le abbiamo regalate, forse siamo mancati, a volte, anche nella mentalità, ma in questi mesi abbiamo perso tanti calciatori e ancora adesso siamo corti».

Ha avuto le risposte che voleva dalla squadra.  «Ma io non ho mai avuto dubbi sui ragazzi, altrimenti sarei andato a casa. Senza la fiducia dei calciatori non si può andare da nessuna parte. Adesso però bisogna guardare avanti, poi alla fine vedremo cosa succederà». 

Tra le righe, sembra ci siano messaggi subliminali.  «Ma no: sono state dette tante cose e so che l’allenatore dev’essere giudicato. A me l’unica cosa che non piace è quando mi si attacca a livello personale, stop. E non mi infastidisce che si dica che sono scarso o che sbaglio qualcosa».

Prestazione gigantesca dei centrali.  «Abbiamo lavorato bene in fase difensiva. Bisogna fare i complimenti a Maksimovic, che è in scadenza, e a Rrahmani a cui fin qui ho dato poco spazio. È vero: nelle ultime 2-3 gare abbiamo commesso un po’ di errori ma ci lavoriamo sempre per correggerli». 

È anche di lei che bisogna parlare, adesso, e di una situazione costruita da risultati scomodi.  «La società mi deve giudicare per quello che faccio, quando non vado più bene fa le sue scelte. Spero di fare quanti più punti possibili. Qui ti svegli la mattina e può succedere di tutto. Però ancora c’è tempo, ora bisogna fare di tutto per tornare competitivi». 

Ci avete messo del vostro, contro La Juve.  «Hanno creato un po’ di palle-gol ma a noi sicuramente non è mancato il coraggio, né abbiamo avuto paura. Abbiamo fatto una grande gara, anche se nella ripresa il pallino l’hanno avuto sempre loro. Ora ci godiamo questa vittoria e speriamo di recuperare qualcuno di quelli che stanno fuori, perché giocando ogni tre giorni ne abbiamo veramente bisogno». 

Voltandosi cosa vede? «Abbiamo preso gol incredibili, specialmente i primi due con l’Atalanta e a Genova. Ma nelle prime cinque partite giocavamo un calcio incredibile, Osimhen faceva cose pazzesche. Poi ci sono stati gli infortuni, alcuni sono stati vittima del Covid, ci siamo trovati in difficoltà e siamo calati. Ma se sostengo che il Napoli poteva avere quattro-cinque punti in più non sbaglio».

A cura di Antonio Giordano (CdS)

 

 

 

attacchi personaliGattusoNapoli
Comments (0)
Add Comment