L’editoriale di Alessandro Barbano: “Segnali ancora ambigui”. Gara dalle due facce

Nel consueto editoriale Alessandro Barbano esprime la sua opinione sulle pagine del CdS:

La goleada allo Spezia parla più di ciò che dice: perché non prova nulla, davvero nulla, della guarigione del Napoli. Che nella ripresa si addormenta e offre ai liguri l’illusione di rimontare. Il successo testimonia che almeno la squadra è con Gattuso. Che, però, questo sia un punto di partenza è tutto da dimostrare. Perché le dichiarazioni del tecnico a fine partita raccontano i suoi nervi tesi e il braccio di ferro strisciante ingaggiato con De Laurentiis, chiamato nelle prossime ore a distinguere la virtù della prudenza dalla rinuncia a osare.
La gara di domenica con il Parma sarà un altro test non probante, ma l’ultimo prima di una decisione che comunque andrà presa. Ogni scelta successiva rischierebbe di rivelarsi tardiva. Mercoledì, nella prima delle due semifinali di Coppa Italia, gli azzurri saranno contrapposti alla formazione più in salute del campionato: quell’Atalanta di Gasperini che ha perduto il suo regista e ha guadagnato un gruppo di attori che recitano a soggetto come se avessero imparato a memoria il copione. Arrivarci con l’allenatore in discussione sarebbe un autogol.
La gara di ieri ha due facce. Nel primo tempo il Napoli non commette l’errore di sentirsi pago di un vantaggio raggiunto dopo pochi minuti da Koulibaly con una buona dose di fortuna. Non rinuncia a un recupero sotto palla, verticalizza grazie al gran movimento che fa Lozano, e tiene corta la distanza tra i reparti. La corretta interpretazione della partita restituisce tutto interno il divario tra una grande squadra e una provinciale. Ma nella ripresa la fragilità caratteriale degli azzurri apre in difesa varchi inaccettabili. E il precario stato di forma di Mertens e Osimhen smorza la carica offensiva. Ci vorranno ben altra continuità, e ben altri avversari per dimostrare che il Napoli è una formazione di vertice. Che può ancora perdere qualche partita, ma vendendo cara la pelle prima di arrendersi.
Però un messaggio arriva a De Laurentiis dai quattro gol allo Spezia: gli azzurri non hanno scaricato l’allenatore. Il rapporto tra il tecnico e lo spogliatoio non è compromesso. Perché la squadra riconosce che la sua debolezza non è figlia delle confusione tattica, ma di un’immaturità con la quale ciascuno vuol fare i conti. Certo, il tempo stringe e le amnesie temporanee del secondo tempo dimostrano che il problema sta tutto ancora lì.
Febbraio può essere un trampolino verso un finale di stagione tutto da giocare o piuttosto un flop. Perché nel mese che si apre il Napoli può fare sua la finale di Coppa Italia, può rimettersi in corsa per la Champions e può conquistare gli ottavi di Europa League, superando l’ostacolo Granada. Giocando praticamente ogni tre giorni fino al 25, quando gli spagnoli di Diego Martinez giungeranno al Maradona per la gara di ritorno. Il presidente sa che il virus che affligge il Napoli non è stato debellato. Ma anche che, talvolta, una terapia d’urto può avere effetti collaterali ancora peggiori del male. Non vorremmo stare nei suoi panni”. 

Fonte: CdS

 

 

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