Su Radio Marte, è intervenuto Francesco Marolda, giornalista, ecco le sue parole: “Il comunicato del Napoli era dovuto, onestamente ne abbiamo vissute troppe per non sapere che poi quello che conta è ciò che succede sul campo. Ci fu la stessa liturgia con Ancelotti e sei giorni dopo Ancelotti fu esonerato. Queste cose servono per dire di andare in campo a fare ciò che bisogna fare. Ma non hanno un peso reale sulle potenziali conseguenze che possono arrivare da qui a qualche giorno. Giustamente il club si è guardato attorno, lo sa Gattuso e lo sa la squadra. Squadra fragile? Lo è ma chi fa quel mestiere deve crescere più in fretta e avere spalle larghe subito. Ci sono mondi che fanno parte del nostro universo ma hanno comportamenti diversi. Se a un certo livello non lo capisci, rischi di soccombere. Incontri con i tifosi? Ne ho visti tanti ma sono stati sempre un indicatore di malessere. Ci sono ovviamente quando le cose non vanno bene, quindi io preferirei sempre non vederli. Tanti anni fa c’erano gli auguri di Natale, era un momento di unità e servirebbe forse in questo momento. I calciatori sanno che la risposta devono darla loro sul campo. Io capisco perché l’ultras va lì e poi con gli stadi vuoti vogliono forse riprendersi quel ruolo che è sempre stato loro. Oggi fare il tifoso organizzato è diventato più complicato.”