Ringhio torna al 4-3-3 con cui ha iniziato la sua avventura napoletana: Bakayoko deve riposare per forza e nella mischia Gattuso getta Elmas. E a questo punto arriva la decisione: perché preferisce non azzardare troppo con il macedone e blindare la linea mediana spostando Zielinski sul lato sinistro del centrocampo. Con Demme regista. E in attacco qualche incognita c’è: Insigne è intoccabile. Avrà anche giocato male sia a Reggio Emilia che a Verona ma si deve mettere la cera nelle orecchie come i marinai di Ulisse, non ascoltare le critiche e prendersi in carico il Napoli. Perché è il capitano. Poi lo schieramento offensivo dipende dalle condizioni di Petagna, che ieri bene non stava: se recupera, Lozano resta a destra, sennò (come al momento è ipotesi più concreta) il messicano gioca punta centrale e in formazione spunta Politano. Mertens e Osimhen non sono ancora pronti per giocare titolari e paradossalmente è forse più il belga a preoccupare che mister 80 milioni. Con la squadra non c’è bisogno di patti da siglare di volta in volta: con Gattuso è stato edificata una cattedrale spesso non proprio di bellezza, ma in ogni caso solida nei rapporti interni e umani. Come solo con Sarri si era visto l’ultima volta. Gattuso ha scelto di parlare brevemente alla squadra, per non appesantire ancora di più il clima. Quello che Gattuso chiede stasera e che poi rivuole vedere anche con il Parma è una squadra adulta e responsabile, plasmata dall’organizzazione condivisa. Il tecnico chiede una sterzata, vuole una squadra offensiva che controlli gioco ed emozioni. Ovvero il contrario del Bentegodi. La squadra ha abituato a cambiare volto in pochi giorni. E Ringhio è convinto che sarà così anche questa sera. P. Taormina (Il Mattino)