M. Felugo (Dirigente Spezia): «Io, dai trionfi con il Posillipo allo Spezia»

Il manager dello Spezia, domani avversario degli azzurri allo Stadio Maradona, aveva 22 anni quando sbarcò a Napoli per giocare in quella che allora era la squadra più forte d’Italia. Ma di pallanuoto, non di calcio: il Posillipo. Maurizio Felugo, uomo di fiducia del petroliere Gabriele Volpi, è presidente della Pro Recco, il top club mondiale della waterpolo, e dirigente dello Spezia con pieni poteri sul mercato. In più l’ex pallanuotista, campione del mondo nel 2011 a Shanghai e vice campione olimpico nel 2012 a Londra, 399 partite in azzurro, è il massimo dirigente dell’Arzachena, squadra sarda di serie D che fa parte della galassia Volpi.
Che effetto fa tornare a Napoli e non per una partita di pallanuoto?
«Molto bello perché sfidiamo una grande squadra e perché ho vissuto qui quattro anni importanti, vincendo tutto con il Posillipo: scudetto, Eurolega e Supercoppa. Cresciuto tra Chiavari e Savona, avevo deciso di allontanarmi dalla mia Liguria per entrare in quella che era la squadra più vincente. Sono state stagioni importanti sotto l’aspetto sportivo e umano. Ricordo ancora con emozione la piscina Scandone piena per le grandi partite del Posillipo, così come l’allegria con cui affrontavamo gli allenamenti nella vasca del circolo. C’era partecipazione dei napoletani alle nostre vittorie».
Le piscine, come tutti gli altri impianti, sono vuote, però le emozioni restano ancora forti, specialmente in una partita in cui è in gioco la semifinale di Coppa Italia nello stadio appena intitolato a Maradona.
«Onorati di poter vivere questa sfida, a una settimana dalla vittoria contro un’altra grande squadra come la Roma. Abbiamo voglia di una nuova bellissima esperienza. E poco da perdere».
Lo Spezia torna al San Paolo 22 giorni dopo l’impresa dell’Epifania: dallo 0-1 al 2-1 in dieci e dopo queste sconfitte le prime ombre sul Napoli e Gattuso.

A proposito, vede Rino così in difficoltà?
«Bisogna conoscere da vicino le situazioni, non do giudizi però faccio un’osservazione: la gestione di questa stagione è complicata per tutti i tecnici a causa dei problemi che crea il Covid-19, dai contagi al piano allenamenti. È un’annata in cui può accadere di tutto: penso che vincerà chi avrà più fortuna a gestire questa sorta di roulette».
Italiano, esordiente in serie A, è tra gli allenatori che ha colpito di più per il gioco e il coraggio.
«È la caratteristica dello Spezia, infatti abbiamo creato tanto e suscitato positive impressioni anche nelle partite che abbiamo perso. C’è un’identità e la difendiamo in ogni gara. La squadra è la fotocopia di Italiano. Possiamo ritenerci soddisfatti per i 18 punti conquistati nel girone d’andata, a cui si è aggiunta la qualificazione ai quarti di Coppa Italia: puntiamo a ripeterci al ritorno».
Come fa a dividersi tra uno sport e l’altro?
«La distanza geografica, minima, aiuta. Purtroppo gli impegni per la pallanuoto si sono drasticamente ridotti a causa della pandemia, riesco quindi a far conciliare le esigenze della Pro Recco e dello Spezia. Mondi differenti, certo, ma la gestione dei gruppi è simile e i linguaggi non sono così distanti. La Pro Recco, poi, ha sempre avuto un solo obiettivo nella sua storia: vincere. Ed è una mentalità che vale dovunque, su un campo di calcio come in piscina». F. De Luca (Il Mattino)

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