“Il Mattino” vota il Napoli delle pie illusioni e del pasticcio 4-2-4

La partita sembra mettersi bene da subito. Pochi secondi, infatti, bastano a Lozano per portare il Napoli in vantaggio. Ma un grande poeta le chiamava appunto, illusioni. Pie illusioni. Si susseguono errori, non si palleggia, si fa confusione. Soprattutto quella del 4-2-4 finale che vede in campo anche Osimhen e Mertens ancora convalescenti. Dietro, poi, il Napoli dà il peggio di sé, con difensori schierati tipo le belle statuine. Un pomeriggio di autentica delusione. Il Mattino vota la prestazione azzurra: 

6 MERET Sui tre gol subiti non ha particolari responsabilità: neppure sul primo, che Dimarco colpisce, vero, centralmente ma con troppa forza. Qualche buona uscita, evita un passivo peggiore (su Lazovic e Di Carmine) e non si tira indietro quando si tratta di riprendere il gioco con in piedi. Anche se non è che sia un gigante di sicurezza. 

4,5 DI LORENZO Primo e terzo gol vedono la sua pesante responsabilità. Sbaglia le letture, non è in condizione ed è evidente il suo disagio. Soffre Lazovic, patisce le pene dell’inferno per gli inserimenti di Zaccagni, continuamente in affanno in una gara che per lui diventa presto una specie di Everest insormontabile. 

5 MAKSIMOVIC Manca di cinismo in alcune chiusure, ma non ha responsabilità particolari. Lavora bene su Zaccagni e Kalinic nella prima frazione: è provvidenziale su Kalinic a cui toglie la palla in area con un colpo quasi di punta. Poi commette quasi un patatrac su Zaccagni che sciupa. Cala alla distanza e va in tilt come gli altri. 

5 KOULIBALY Gara a due facce. Molto bene nel primo tempo, con Kalinic annullato e diverse chiusure fatte col tempismo giusto. Nella ripresa, troppe volte in ritardo, si fa schermare da Di Carmine quanto Juric lo mette in campo: come sempre molto bello da vedere in diverse circostante, ma a volte poco concreto. 

5 HYSAJ Primo tempo molto ordinato, l’assist di Faraoni dal suo lato non macchia la performance. Nella ripresa soffre per colpe non sue le costanti sovrapposizioni del Verona, non avendo appoggi particolari: quando si tratta di affondare alla ricerca di qualche spunto al cross, lui non c’è mai. 

6 DEMME Primo tempo importante, va a prendere Ilic chiudendogli le vie di passaggio. Si butta dentro e sfiora il gol in più circostanze, anche con una buona dose di sfortuna. Nella ripresa continua a fare un buon lavoro, ma viene sacrificato sull’altare della ricerca di un nuovo equilibrio offensivo. 

4,5 BAKAYOKO Parte bene, si offre come punto di riferimento per i centrali, argina Barak. Sbaglia a non sare sostegno in ripiegamento sul gol di Dimarco. La ripresa è la colonna sonora di un film horror: sbaglia l’impostazione lasciando a Barak (che ha sovratato tutti) il corridoio utile per il 2-1.

6 LOZANO Sigla il gol più veloce della storia del Napoli, ma non basta. Fattore del primo tempo, spezza il fiato a Dimarco, ripiega, lotta, dribbla e conclude. Nella ripresa perde le bollicine, Magnani gli monta una guardia severa anche se resta uno dei pochi a non arrendersi alla confusione del finale. 

4,5 ZIELINSKI Parte con la sua danza sul pallone, Tameze lo insegue vanamente, si scambia la posizione su Insigne e trova gli spazi per sfiorare anche il gol. Poi, la luce si spegne e Tameze lo annulla e lui da quel momento in poi va a zonzo per il campo, incapace di riprendere il bandolo della matassa. 

4,5 INSIGNE Un momento molto delicato: deve ritrovare fiducia e serenità, consapevolezza nei propri mezzi. In avvio Dawidowicz impazzisce per provare a seguirlo nel suo moto basculante tra la sinistra d il centro dell’attacco, poi però le scelte sbagliate lo condizionano e perde lucidità. Impreciso, disattento, poco caparbio. 

5,5 PETAGNA Gunter gli piazza davanti il muro che sostanzia la sua gara in qualche sponda neppure troppo pericolosa. Fa qualche ripiegamento utile, senza dubbio, ma né quando il Napoli controlla il match, né quando lo patisce, riesce a farsi notare. Il ritorno dei big tornerà a limitarlo nel minutaggio. 

5 GATTUSO Juric si prende la possibilità di buttarla sul duello uno-contro-uno, sull’intensità e Ringhio non riesce a far sviluppare al Napoli la tecnica individuale e collettiva per spegnere le folate dell’Hellas. Quando va sotto, riempe la metà campo dei padroni di casa di attaccanti: ma più che punte, c’è bisogno di palle giocabili. Che non arrivano. Per invertire il trend, fondamentale il recupero di Osimhen.

A cura di P. Taormina (Il Mattino)

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