Barbano (Cds): “Gattuso o ha visto un’altra partita o ha ambizioni modeste”

Le responsabilità delle debacle, e quella di ieri sicuramente lo è stata, vanno sempre divise. Ma la confusione tattica del momento pesa come un macigno sulle spalle di Gattuso. Così l’editoriale di Alessandro Barbano sul CdS:

“Non sono le sei sconfitte a far paura. E neanche lo scivolamento al sesto posto in classifica. Perfino la modesta prova di gioco offerta ieri si potrebbe accettare, considerandola un effetto collaterale della fatica di Supercoppa. Ciò che turba, e risulta indigeribile, è la confusione di Gattuso, che dimostra di non avere alcuna chiara idea di ciò che accade attorno al suo Napoli. Tanto da arrivare a sostenere, in conferenza stampa, che la ragione del crollo di Verona sta nel secondo tempo, mentre si dice soddisfatto del primo. 

I casi sono due. O ha visto un’altra partita, oppure le sue ambizioni sono di una modestia incompatibile per una squadra di vertice. E questo ci pare, da tempo, il punto dell’intera questione. Perché nei primi 45 minuti di gioco il Napoli ha segnato un gol, ha fatto due tiri nello specchio contro i quattro del Verona, ha perso impietosamente sul possesso palla (43% a 57%), sui passaggi riusciti (76% a 82%), sui duelli vinti (47% a 53%). Perché, ancora, ha difeso il primo gol con la mediocrità di una provinciale. Cioè con l’atteggiamento mentale di chi, sorpreso di aver segnato per primo, vive il vantaggio come un fardello insostenibile, arroccato nella propria metà campo. È una subalternità, psicologica e tattica insieme, che pare ormai la cifra identitaria del Napoli di Gattuso.
Poi, certo, c’è lo smarrimento esistenziale di Insigne. Che mostra, dopo il rigore fallito contro la Juve, tutta intera la fragilità di un capitano incompiuto, ancorché di talento. C’è la condizione imbarazzante ma comprensibile di Mertens e Osimhen, e quella imbarazzante e inaccettabile di Bakayoko. E ancora, c’è l’errare confuso di Koulibaly, troppe volte fuori tempo e fuori luogo nella sua area di rigore. Ma è una remissività del carattere e del gioco che fa, di queste negligenze, errori irrimediabili.
Al netto dei limiti, che la rosa messa insieme da Giuntoli mostra con evidenza, c’è un problema di gestione, che richiede un chiarimento e un’assunzione di responsabilità immediati. Perché la squadra comunque merita di più, rispetto a ciò che esprime. Perché la stagione non è ancora perduta. E perché in un campionato condizionato dal virus, tutte le big fanno i conti con una discontinuità che rende le posizioni di vertice contendibili fino alla fine. Ma a quelle posizioni il Napoli dovrà puntare, se vuole assicurarsi la Champions e non tagliare, insieme con le ambizioni perdute, anche gli investimenti sul mercato. È l’ora delle decisioni coraggiose”. 

 

 

 

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