Il doppio ex Marangon: «Il mio cuore tra Napoli e Verona, vince chi è più solido»

Marangon ha vinto lo scudetto con il Verona, è stato uno di quei difensori che ha reinventato e reinterpretato il ruolo del terzino.

Oggi è un affermato imprenditore che vive tra Ibiza e la Sardegna: «E causa Covid non ho aperto il mio ristorante a Los Angeles».

Non banale la vita di Luciano Marangon. Torniamo indietro di quasi 37 anni: era il 16 settembre del 1984, Verona-Napoli 3-1.

Non una gara qualunque. «Ricordo che la prima partita di Diego in Italia, fu a Verona a casa nostra e vincemmo noi 3-1 se non sbaglio con due gol di Briegel. Ricordo che Bagnoli entrò nello spogliatoio e chiese a tutti: “Chi è che se la sente di marcare Maradona?” e Briegel alzò la mano perché veniva dai mondiali dell’82 dove l’aveva marcato. Lo marcò direi molto bene (ride ndr). Fu l’inizio che poi ci portò alla cavalcata del primo e unico scudetto del Verona»

La morte di Maradona ha sconvolto tutto il mondo del calcio. «Si aveva la sensazione che, purtroppo, poteva arrivare questa drammatica notizia, per la sua vita poco sana, poco regolare. Io sono rimasto in contatto con lui, gli ho fatto da manager per “Ballando Con Le Stelle”, “Scherzi a Parte”, “C’è posta per Te”. Un rapporto sempre professionale, ma ebbi una sensazione netta: aveva sempre bisogno di aiuto, anche quando eravamo a cena, si percepiva il suo bisogno di aiuto. Purtroppo non è stato avvicinato dalle persone giuste nella sua vita, gente che ha sempre sfruttato il suo nome».

Il Napoli ha perso la Supercoppa con la Juve, con Gattuso subito messo in discussione per le scelte. Imputa responsabilità particolari al tecnico? «È un po’ un male italiano. Si esalta un giocatore o un allenatore in una partita se fa bene, se fa male la prossima lo simette sulla graticola. Non lo trovo giusto dal mio punto di vista. Bisognerebbe imparare un po’ dall’Inghilterra. Gattuso ha trovato una buona quadratura dal punto di vista difensivo. Se un giocatore dà tutto, s’impegna e corre in campo poi può anche perdere, perché il calcio è fatto sia di sconfitte che di vittorie».

Il Verona con Juric ha fatto un grande salto di qualità: dove può arrivare questo Hellas? «È un allenatore di esperienza. È un allenatore che è riuscito a costruire una squadra con giocatori che hanno le caratteristiche che lui cerca per esprimere il suo modulo di gioco. Quindi devo dire che non è spettacolare,ma è una squadra solida, molto forte in difesa a centrocampo. Fai fatica a fargli gol e quindi da quando c’è lui sta facendo bene e sono contento».

Quindi, che gara sarà? «Il Napoli è una squadra che sta lottando per lo scudetto e quindi se recupera la partita con la Juve, è attaccata ad Inter e Milan. Quindi ha una motivazione in più per portare a casa il risultato. Io, essendo un tifoso di entrambe le squadre, avendo giocato in entrambe, mi piacerebbe finisse con un 2-2 o un 3-3 e sarei contento. Quelli che guardano la televisione si divertono e le squadre si portano a casa un punto a testa. Anche se dal mio punto di vista fa più comodo al Napoli i tre punti che non al Verona. Il Verona sta facendo un ottimo campionato, punta sempre alla salvezza, ma poi vedere dopo una volta che sono raggiunti i 40 punti quello che viene, viene. Per il Napoli, invece, ha degli obiettivi più importanti». M. Giordano (Il Mattino)

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