Su Radio Marte, è intervenuto Stefano De Martino, ballerino e conduttore, ecco le sue parole: “Ringrazio tutte le persone che ci seguono su ‘Stasera tutto è possibile‘, ci hanno fatto sentire il loro affetto. Evidentemente c’è bisogno ancora di più di sorridere e il pubblico risponde con grande affetto. Noi napoletani facciamo il nostro e in questo caso la ricetta Napoli funziona alla grande. Io mi diverto a condurre, gioco, finché c’è questo spirito è il modo migliore per fare questo mestiere. Bisogna fondare la propria preparazione sullo studio, però per essere leggeri bisogna essere bravi anche nell’improvvisazione. Ho iniziato da poco ma unire tutti i puntini e avere a che fare con grandi artisti mi riempie di gioia.
Supercoppa persa? L’amaro in bocca è rimasto a tutti noi napoletani ma – senza fare retorica – è nei momenti di difficoltà in cui si vedono i veri tifosi. Facile esultare per una squadra che vince sempre. Vedere le lacrime di Insigne è stata una grande dimostrazione di autentico affetto per la squadra. I rigori li sbaglia solo chi li tira e nessuno di noi forse avrebbe avuto lucidità. Il campionato è lungo ed è solo una delle cose che abbiamo da fare quest’anno. Come ha detto Peppe Iodice, la Supercoppa è un po’ come il pigiama che ti regalano quando sei ricoverato: se lo smarrisci non ci stai male più di tanto. Sinceramente, da tifoso del Napoli, non ho grande affetto verso la Supercoppa ma perdere contro la Juventus fa sempre male. Il Napoli nelle difficoltà dà sempre il meglio, rispecchia a pieno le peculiarità e le particolarità dei napoletani. Quindi spero che per il Napoli – come per noi – sia ancora tutto possibile. Gattuso? Mi piace molto, penso che sia uno dei mister che ha empatizzato di più con i ragazzi, ho intravisto un rapporto di fiducia e rispetto reciproco. Mio figlio ha il cuore azzurro, anche perché è argentino e napoletano: come potrebbe non tifare Napoli? Il numero 10 andrebbe ritirato da tutti. Maradona? Gli ho parato un rigore, durante un gioco a C’è posta per te. Lui tirò vari rigori e uno l’ho parato, questa è forse la mia impresa più eroica per quanto riguarda il calcio, perché non è che nelle partite di calcetto io brilli particolarmente. Non gioco abbastanza bene da fare il calciatore”.