La squadra è lì che lo abbraccia, che lo accarezza. Lui è lì sul prato dello stadio che singhiozza mentre la Juventus sale sul podio per ritirare la coppa. Anche Gattuso è lì vicino. «Stai tranquillo, Lorenzo». Ma Insigne piange e non riesce a nascondere la sua delusione, la sua amarezza. È abituato a segnare gol decisivi, non a sbagliarne di così. «Non si senta responsabile, la sconfitta non è colpa di Lorenzo», dice Gattuso davanti a tutti e anche nello spogliatoio. Ma il capitano è affranto, si coccola il suo giaccone come la coperta di Linus. Non riesce a non pensarci. Piange in campo e continua anche nello spogliatoio, sotto la doccia. Lacrime di frustrazione e di delusione. Ma non è giusto che la croce sia tutta addosso a lui. Perché ha avuto il coraggio di prendere quel pallone e di metterlo sul dischetto. È difficile riuscire a tirarlo su, ci provano. Chissà quante volte in queste ore rivedrà quello che è successo: ha sbagliato in maniera clamorosa, perché il portiere della Juventus è già a terra quando lui calcia, quando piazza la palla dalla parte opposta del polacco e che lui però mette fuori.
P. Taormina (Il Mattino)