Maifredi, ex allenatore Juve: “Chi sarà decisivo stasera? Zielinski!”

Gigi Maifredi, ex allenatore della Juventus e dirigente del Brescia, è intervenuto su Radio 1 Station,  ecco le sue parole:
“Nel 1990 i vertici societari mi dissero che la Supercoppa non era nei programmi, pertanto non partimmo come avremmo dovuto.  Giocammo la sfida dopo soli otto giorni di preparazione, ma in campionato vincemmo la doppia sfida con gli azzurri. Per stasera non ci sono favoriti, ancorché sia una gara unica. La Juventus affronta il match con una rabbia diversa dal Napoli, visto il cattivo umore generato dalle ultime partite. I partenopei, dal canto loro, sono una buona squadra. Riflettendoci,
credo che la Juve abbia qualcosa in più. Nonostante il distacco enorme dalla vetta, i ragazzi di Pirlo possono giocarsela in ogni competizione. Vero è che hanno fatto una brutta partenza ma, ciò era probabilmente
preventivato dalla società. Pirlo è stato un giocatore eccezionale ma ha bisogno di esperienza per allenare, perché quella dell’allenatore è una logica diversa. Negli ultimi tempi, il Napoli ha fatto delle scivolate, ma sta riprendendo coscienza dei propri mezzi per cercare di tornare ai livelli di Sarri. Andrea guida un club che
raramente non vince un trofeo nell’arco di una stagione. Su Gattuso, invece, posso dire che mi sono ricreduto, perché inizialmente ero molto scettico su di lui. Chi sarà decisivo tra Insigne e Cristiano Ronaldo? Piotr Zielinski. Che nessuno si offenda, ma solo lui può fare la differenza. Per me è stato un giocatore
sottostimato fino a poco tempo fa. È in grado di spostare l’ago della bilancia per tecnica, fisicità ed anche grazie ai goal. Nonostante ciò, non credo che il Napoli sia in condizione di vincere il campionato: devono acquisire una mentalità diversa. Se potessi trasferire un calciatore degli anni ‘90 nel calcio moderno, vorrei
vedere Maradona, senza alcun dubbio il più grande di sempre. Ho avuto la fortuna di vederlo giocare e non esiste paragone con nessun altro. Tutti parlano di Diego calciatore ma io ricordo soprattutto l’umanità di Diego, la capacità di sacrificarsi per i compagni, un uomo straordinario dentro e fuori il campo”.

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