Non peserà certo il verdetto della Supercoppa ma Gattuso e De Laurentiis stanno per firmare il rinnovo fino al 2023. Tutto fatto, come detto da tempo, dopo la rinuncia del patron azzurro a inserire le clausole rescissorie. Ha vinto la linea Gattuso: se ti fidi di me, mi dai le chiavi in mano perché la fiducia non è un’auto sostitutiva a chilometraggio limitato. Serve un ultimo summit che può anche durare cinque minuti perché Ringhio si allinei alle esigenze del club di cui condivide già i programmi e gli obiettivi e anche i modi per raggiungerli. Non lo spaventa l’idea di un ridimensionamento del monte-ingaggi, conosce la crisi del Paese e vuole solo che la linea societaria, per il bene di tutti, sia chiara a tutti. In modo che non ci siano false aspettative fra i tifosi. Che lo adorano e che nella rare apparizioni per strada lo riempiono di complimenti e di elogi. Lo stadio vuoto non dà esattamente l’essenza del clima positivo che si respira attorno al tecnico. Non sono certo le (aspre ma isolate) critiche del mondo social a scoraggiarlo. Non si sentisse amato dai tifosi del Napoli, neppure si sarebbe seduto a trattare il rinnovo. Non ci avrebbe pensato un attimo a dire basta. Tanto, di estimatori ne ha moltissimi. In Italia e all’estero. E invece ha deciso di restare e De Laurentiis – al netto di qualche scatto di ira dopo qualche sconfitta degno di un tifoso – è contento del progetto avviato con lui nel dicembre del 2019. Il fatto che il patron stimi il lavoro anche di altri tecnici emergenti come Juric e Italiano oltre a De Zerbi, non significa che rinuncerà a Gattuso. Non ci pensa affatto. Anzi, non ne ha intenzione. Questione di giorni e la fumata bianca sarà visibile in tutto il golfo. P. Taormina (Il Mattino)