Questa mattina alle ore 12,30, a meno di variazioni dell’ultimo momento è prevista la sfida allo stadio Diego Armando Maradona, la sfida tra il Napoli e la Fiorentina. Ai microfoni del Corriere dello Sport le parole del centrocampista viola Amrabat.
Amrabat, lei ha preferito la Fiorentina ad ogni altra soluzione, Napoli incluso. Perché? «Perché la Fiorentina e in particolare il presidente Commisso mi hanno dato, fin dall’inizio, la sensazione di volermi più di ogni altro. Mi hanno colpito le ambizioni del club e della società, oltre alla città ed i tifosi che indiscutibilmente rappresentano un valore aggiunto. Comunque, non è stata una decisione semplice. Perché sono state positive le conversazioni avute con Giuntoli e Gattuso sul fronte Napoli, ma anche con Maldini e Boban per il Milan. Mi sono fidato del mio istinto ed ho scelto i viola».
È sorpreso per le difficoltà incontrate? «Nessuno di noi poteva immaginarle, dal momento in cui è stata allestita una buona squadra da cui è nato un gruppo bellissimo. Già nelle ultime partite abbiamo dimostrato di essere in crescita: lavoriamo sodo, la stagione è ancora lunga».
La classifica, che adesso fa meno paura, ha raccontato anche in di un distacco davvero risicato dalla zona rossa. Cosa non ha funzionato? «È difficile da dire, di certo c’è che, come spesso accade, a pagare è stato l’allenatore (Iachini esonerato). Stiamo correggendo gli errori: siamo sulla buona strada».
A proposito: lei ha mai (avuto) paura? «In campo, io non ho mai paura. Cerco di dare tutto, se possibile anche di più e di seguire le indicazioni del tecnico. Ho una voglia incredibile, quasi viscerale, di giocare e difendere così, col sudore, i colori della mia maglia».
Nel corso della sua carriera, si è mosso un po’ in tutte le posizioni, anche in difesa ai tempi del Brugge. Ma oggi chi è Amrabat? «Le mie caratteristiche mi consentono di giocare in più zone del campo: credo che questa sia una qualità importante. Il ruolo dove riesco a esprimermi al meglio è quello di centrocampista centrale, nel cuore della manovra. Io regista? Mi trovo bene ovunque. Non è una frase fatta, credetemi. Quello che conta è il beneficio che può trarre la Fiorentina».
Da quando è arrivato in serie A, a fermarla è stato solo il giudice sportivo, mai fuori per scelta tecnica. Come ha fatto a conquistare tutti i suoi allenatori, da Juric a Prandelli? «Bisognerebbe chiedere a loro (ride). Io cerco di dare tutto, a partire dagli allenamenti. Il mio obiettivo è dimostrare quello di cui sono capace e credo che gli allenatori lo apprezzino. Sanno di poter contare su di me».
Rispetto ad un anno fa, ha preso meno cartellini. E’ diventato più…..disciplinato?
«L’esperienza aiuta e poi mi sono adattato al metro arbitrale italiano. Quello di finire meno volte possibili nella lista dei “cattivi” è sempre stato un mio obiettivo: intensità e grinta continueranno ad essere una componente importante del mio modo di giocare. La pratica mi ha insegnato a spingermi al limite, senza però mai superarlo».
Oggi ritroverà, con un’altra maglia, Rrahmani, ex compagno ai tempi di Verona che, fin qui, sta faticando a trovare spazio. Troppa concorrenza? «Rrahmani è un calciatore importante e una persona di spessore. Nel suo ruolo, c’è una concorrenza importantissima: Koulibaly e Manolas sono campioni straordinari. Sono sicuro che Amir riuscirà a ritagliarsi più minuti».
Lei ha segnato 10 gol in tutta la sua carriera, ma uno di questo al Napoli, in Champions League, il 26 settembre 2017 con la maglia del Feyenoord. Allora era il San Paolo, oggi è il Maradona. E’ pronto a riscattare quel ko con il primo centro in viola? «Segnare è ogni volta speciale, ma quello che conta, adesso, è vincere e portare a casa punti. A prescindere da chi fa gol».
Quale il punto di forza del Napoli di Gattuso? «È un’ottima squadra, efficace e determinata: interpretano un bel calcio».
Rispecchia il carattere del suo allenatore? «È un gruppo costruito ad immagine e somiglianza del tecnico. Non mollano mai, lottano su ogni pallone. Portano in campo lo spirito combattivo che ha sempre contraddistinto Gattuso. Sono questi i giocatori che mi piace vedere giocare, quelli alla Gattuso».
Quella contro la Juventus è l’unica sfida vinta dalla Fiorentina contro una “big”. E’ un’impresa ripetibile anche a Napoli? «Non sarà facile, come non è stato semplice piegare la Juventus. Per questo ogni volta studiamo i singoli dettagli: è la strada più efficace per cercare di raccogliere frutti. Solo così possiamo puntare di ottenere un buon risultato, anche a Napoli».
Cosa hanno portato Borja Valero e Bonaventura al centrocampo della Fiorentina? «Esperienza e intelligenza».
Che giocatore è Castrovilli? «È un calciatore dalle prospettive incredibili, con qualità importanti. Se continuerà a migliorare, credo possa diventare un centrocampista completo, tra i migliori nel suo ruolo».
C’è un consiglio dato da Ribery che lei custodisce gelosamente? «Franck è prodigo di consigli con tutti. È un fenomeno e un grande lavoratore: il suo esempio è fondamentale per tutti noi. Ho grandissimo rispetto per lui, per il modo con cui si mantiene in forma e per la fame di vittorie che continua ad avere. Alla sua età».
Callejon può trasformarsi nell’arma in più della Fiorentina? «Tutti vogliamo vincere e difendere al meglio i colori della nostra squadra. Callejon è un uomo, un professionista e un calciatore di grandissimo spessore. Credo che col Napoli segnerà: è frequente vedere un ex “farsi valere” contro il suo passato».
Vlahovic è davvero il bomber viola di oggi e di domani? «Dusan è un ragazzo molto giovane, ma sta già dimostrando tanto. Ha grandi qualità e sono convinto che se continueremo a sostenerlo potrà fare sempre meglio».
Quale il desiderio che farà di tutto per realizzare in questo 2021? «Intanto, mi auguro che si possa tornare alla “normalità” quanto prima. Sotto il profilo sportivo, mi piacerebbe togliermi delle belle soddisfazioni a livello di squadra, regalando emozioni ai nostri tifosi che spero possano tornare quanto prima a riempire gli stadi. Non ho ancora avuto la fortuna di giocare al Franchi con la Curva Fiesole piena….».
Il rinvio della Coppa d’Africa al 2022 farà trovare al Marocco un Amrabat ancora più pronto? «Io ce la metterò tutta, per me la Nazionale è importantissima. L’auspicio è quello di essere noi i protagonisti della manifestazione».
Intervista a cura di Francesca Bandinelli (CdS)