Da Milanello a Castel Volturno, il percorso di Gattuso, a volte criticato oltremisura

Franco Ordine traccia un profilo sul Mister Azzurro

Da Schiavonea. Su fino a Berlino. La coppa del mondo. Duelli contro fuoriclasse. Ronaldinho. CR7. Messi. Alcuni persi. Altri vinti. Alla grande. Può mai spaventarsi per i siti o radio napoletane? Rino Gattuso e se la prende se gli vengono attribuite colpe che sa di non avere. Un esempio? A Sky: “non c’è cattiveria nell’attacco”. Per fortuna c’è anche chi dice:“Ma se ha mezzo attacco fuori…”. Rino Gattuso è un monumento all’umiltà. In panchina partendo dalla Svizzera. Poi Grecia. E se si rende conto d’aver commesso un errore è pronto a discutere. Se le osservazioni rispettano il suo lavoro. E se sono in qualche modo documentate.

Aspettative e realtà. È più difficile fare i conti con il pregiudizio. O, peggio ancora, con le aspettative moltiplicate oltremisura. Anche a Milanello ascoltò senza mai replicare alle insoddisfazioni di tifosi e critici. “Non gioca bene” dissero del suo Milan. Che, ricordiamolo, arrivò a un punto appena dal quarto posto. Cioè dalla Champions. Con solo mezzo Higuain disponibile.

Rino ingoiò molti rospi. Prima di avventurarsi in polemiche. Spesso tendeva ad assumersi responsabilità che non erano affatto sue. Per effetto di quelle accuse sul gioco, affrontò un derby spingendo i suoi verso un pressing coraggioso. Che venne però poi trafitto in contropiede. La conseguenza fu un polemico confronto con Leonardo e Maldini. Dal quale uscì la decisione di chiudere la sua esperienza milanista. Figurarsi se adesso, per aver sostituito Rrahmani all’intervallo, può perdere il sonno per la scelta. Protettiva secondo il suo credo calcistico. Bakayoko è arrivato a Napoli soltanto perché c’è lui ad allenarlo. Gattuso. A Udine il francese l’ha ripagato. Bakayoko andrebbe nel fuoco per lui.

Un altro aspetto del Gattuso sottostimato. Impossibile non volergli bene. È successo in Grecia. A Pisa. A Milanello. Adesso a Castel Volturno. Con Osimhen ha applicato il famoso metodo Lippi: “far sbollire l’ira”. Prima di riparlargli. E fargli capire gli errori commessi.

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