La ripartenza del campionato dopo il lockdown è considerato da molti il capolavoro politico di Gravina, ma all’orizzonte c’è un’altra impresa dannatamente complessa: salvare un’industria in profonda crisi economica. Ieri l’ha promesso, presentandosi ufficialmente come candidato alla guida della federazione nel prossimo quadriennio. «Giocheremo con un modulo offensivo e tutto votato all’attacco – le sue parole nell’incontro con i giornalisti ieri in via Allegri – il mio è un 4-3-3 per il rilancio del calcio italiano. In difesa il sistema delle regole, in attacco punta centrale metto la sostenibilità, ai lati il patrimonio dei nostri giovani e la riforma dei campionati». Il presidente uscente è il primo candidato alle elezioni che si svolgeranno il 22 febbraio a Roma e, probabilmente, sarà pure l’unico vista la maggioranza schiacciante sulla quale può già contare: in tasca ha le firme di 91 società professionistiche su 100 tra Serie A (18 su 20, tranne la Lazio di Lotito e il Benevento), Serie B (19 su 20) e Serie C (54 su 60), oltre al sostegno dichiarato di Assocalciatori e Assoallenatori.
CdS