L. Insigne: “Da capitano ci metto la faccia. A Udine per fare risultato”

Quando Napoli-Spezia è finita, e non c’è ormai più niente da fare, tutto ciò che resta è quella galleria in cui ci sono «orrori» che lasciano un senso di vuoto dentro. Quando ormai anche la quinta sconfitta stagionale (in campionato) riempie gli occhi, svaniscono le ventinove conclusioni, i primi quindici minuti in cui è successo di tutto, il finale avvelenato con un’altra serie di occasioni stropicciate come se fosse carta da buttare nel cestino, mentre invece il Napoli sta gettando via il campionato.  

SOLO CUORE – Quando si ha la percezione di aver distrutto una occasione per stare nei pressi dell’Inter e della Roma, di aver imboccato la strada che trascina lungo i sentieri della disperazione, Lorenzo Insigne non riesce a trovare la sintesi tra i suoi pensieri scapigliati, perché ci sono giornate che proprio non si possono digerire. «E io faccio fatica a parlare: sono dispiaciuto, non doveva andare così. Abbiamo giocato e costruito ma anche sbagliato. Ci abbiamo messo il cuore ma non è bastato».
montagna di palle-gol. Poteva essere una mattanza, sin dal fischio d’inizio, ed invece s’è trasformato in tracollo: 2-1 per lo Spezia, avendo sciupato il vantaggio, la superiorità numerica e una montagna di palle-gol da brividi: «È stata una gara complicata fin dall’inizio e non siamo riusciti così a vincerla». E neanche a pareggiarla. E ora fa male questo pugno nello stomaco che ha cancellato la vittoria di Cagliari ed alimentato, ancora e di nuovo, il dibattito sulla consistenza caratteriale d’una squadra che non sa mai darsi continuità. «Però adesso non dobbiamo abbatterci: possiamo rialzare la testa subito e dobbiamo farlo. Vogliamo andare a Udine e fare risultato».

LO SFREGIO. Una partita dominata, in lungo e in largo, e poi lasciata lì, allo Spezia, che non ha potuto fare altro che ringraziare: ma dentro una sconfitta, pur con statistiche che invocano un perché, ci sono sempre ragioni che non possono sfuggire e che Insigne prova a trovare, in un’analisi dolente. «Forse ci è mancata cattiveria sotto porta. Lo Spezia ha fatto pochi tiri in porta. Per vincere bisogna buttare la palla in rete e noi non ci siamo riusciti. Ma ora dobbiamo continuare a lavorare, il campionato è lungo e ci sono tanti punti in palio. Dobbiamo dare il massimo e andare avanti».

LA DELUSIONE. E’ incredibile e però è anche vero: ventinove conclusioni con lo Spezia, trentuno a Cagliari, solo che stavolta è andata diversamente e Udine diventa, come spesso succede al Napoli, uno spartiacque che Insigne affronta con le buone intenzioni, quelle che comunque spesso lastricano il tragitto verso un inferno emozionale che si coglie nello sguardo dello scugnizzo. «Sono amareggiato io e lo è, ovviamente, anche Gattuso. La prestazione c’è stata ma non è bastata. Ho voluto parlare io perché sono il capitano di questa squadra ed è giusto così, che io ci metta la faccia. Se abbiamo perso è anche colpa mia perché non sono riuscito a segnare. Spero di riuscirci dalla prossima partita, a Udine, e non possiamo sprecarla». 

 

A. Giordano (CdS)

 

 

 

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