Il Napoli ha recitato anche con lo Spezia il copione scritto per la prima volta con l’AZ in Europa League: quello cioè caratterizzato da una serie infinita di tiri sbagliati e poi da una sconfitta. La terza in cinque partite, a fronte di una vittoria con il Cagliari e di un pareggio con il Toro strappato con le unghie in pieno recupero. Quattro punti sui 15 disponibili, i numeri poco lusinghieri dal 16 dicembre a oggi. Cioè a ieri. E la data della partita di San Siro ricorre più che mai, in un momento del genere: perché fu proprio con l’Inter che gli azzurri, già privi di Osimhen, furono costretti a rinunciare anche a Mertens. L’attaccante più incisivo: «È vero che ci mancano Dries e Osi ed è vero che creiamo tanto, ma bisogna leggere bene la situazione», dice Gattuso. «Più che la mancanza di veleno davanti alla porta, credo che il problema vero sia un altro: siamo troppo nervosi. Questa è una squadra che alla prima difficoltà perde la testa: vorrei vederla tranquilla e invece diventiamo schizofrenici».
IN DEPRESSIONE – E allora, l’analisi di Rino. Più cupo, che arrabbiato. Più mesto che elettrico: la sensazione non è quella di un uomo rassegnato in assoluto, ma di un allenatore rassegnato all’evidenza di un difetto di fabbrica che proprio non si riesce a correggere. «Di cosa stiamo parlando? Non c’è stata partita: lo Spezia è ben organizzato e sa giocare al calcio, ma questa volta non ha fatto niente. Mi brucia. Noi abbiamo giocato una gara di grande qualità e tirato ventinove volte in porta, ma appena sbagliamo due passaggi cominciamo a giudicarci da soli: le nostre sconfitte sono tutte simili, in fotocopia, e non è un caso». E ancora: «Appena commettiamo un errore cominciamo a perdere sicurezza: siamo la prima squadra in Europa per occasioni create, è vero, ma siamo troppo nervosi. Perdiamo la testa, andiamo in depressione, diventiamo schizofrenici: anche Maksimovic si è innervosito e magari avrei potuto toglierlo. E invece il veleno è accettare di prendere il pareggio con un rigore anche dubbio e tornare a battagliare. Il gol è un problema, ma non è solo sfortuna: ho contato sette-otto palloni negli ultimi cinque metri ma bisogna andarci con veemenza. Forse non sono abbastanza bravo a far capire ai miei giocatori con quale veemenza si deve andare su certe palle».
CHE SPRECO. – Allenatore e psicologo, Gattuso. Per forza di cose: «Stiamo buttando partite incredibili, è un dato di fatto. Stiamo buttando punti in maniera incredibile ed è colpa di tutti: mia e dei giocatori». Come si migliora la tenuta mentale? «Bisogna sbattersene se si sbaglia. Attaccare sempre e provarci: noi già pensiamo tanto, perché giochiamo un calcio difficile, ma se sbagliamo e poi andiamo in depressione diventa tutto più difficile». Anche sbagliare tanti gol pesa come un macigno: «La balistica si può migliorare in allenamento, ma oggi si gioca ogni tre giorni e non c’è neanche il tempo. Penso che in questo momento i giocatori debbano accettare la sconfitta e andare avanti. La strada è quella giusta». Dovrà esserlo per forza, in vista della trasferta di domenica a Udine. Partita in cui Lozano tornerà a destra: «Petagna era stanco e il Chucky lo preferisco attaccante esterno». Partita che Mertens, ieri mestamente in tribuna, dovrebbe cominciare quantomeno dalla panchina.
Fabio Mandarini (CdS)