Risorge a suon di gol, il Napoli. Ma c’è solo uno che pare non si sia divertito: Rino Gattuso. «Dove sta il veleno?», ripete all’ossessione. Sarà stato lo spavento vissuto per il pari a inizio ripresa del Cagliari ad avergli rovinato un pomeriggio di gloria travolgente. Certo, un Cagliari assai scialpo, a volte quasi insignificante. Ma merito anche di una prestazione matura, dove gli azzurri sono tornati ad apparire consci della propria forza come non era accaduto con la Lazio e con il Torino. Anno nuovo vita nuova? «Noi abbiamo come obiettivo quello di migliorarci, dello scudetto non ho mai parlato né in estate né dopo perché non è mai stato quello il nostro obiettivo». Un Napoli che ha imparato la pazienza dei grandi ed è tornato a vincere con un stile sempre più riconoscibile: trita gli avversari nel primo tempo, controllando il gioco e limitando i rischi, e dopo la grande paura dilaga nella ripresa. Ma Gattuso è incontentabile. Una specie di cannibale. E dietro le parole, il timore di non portare a casa i tre punti. «Non so cosa sarebbe successo se non avesse segnato dopo pochi secondi Zielinski. E se non vincevamo una gara simile, mi dovevo solo dare una martellata in quel posto lì». Nessuno gli deve dare un martello, peraltro non ce ne sta bisogno visto il successo qui a Cagliari. Quel che conta è dare un senso a questa vittoria già tra due giorni, con lo Spezia. «Ed è il motivo per cui io alla classifica non posso dare un senso perché non lo ha, visto che tra poche ore si gioca di nuovo. E sarà così fino alla fine della stagione». P. Taormina (Il Mattino)