Bisogna rispettare il Protocollo. E giù proseliti. Deve vincere la sportività. E giù altrettanti fiumi di parole e consensi. Sembra proprio che l’Italia del pallone assecondi il vento. Non sono mancate polemiche quando, la scorsa settimana il Coni, dando ragione al Napoli, ha deciso che la gara tra la Juventus e gli azzurri si dovesse rigiocare. Si è messa in discussione la regolarità del campionato, si è dato da più parti l’appellativo di “furbetti” ai dirigenti e i giocatori partenopei, rei, a quanto pare, di non aver “voluto timbrare il cartellino”, salvando solo la buona pace di Gattuso che, si sa, per il suo modo di essere, piace agli addetti ai lavori dell’ informazione, oltre che a quelli del settore. Bontà loro. Ora, avviene un caso analogo in Premier. E le banderuole si rigirano ancora una volta. Nel massimo campionato inglese viene rimandata la partita tra City ed Everton, perchè vi sono 5 positivi nella squadra di Manchester. La cosa strana, però, è che non c’è stato bisogno di giudici, sentenze e tavolini. E’ bastato semplicemente che Guardiola chiedesse ad Ancelotti di poter rimandare la gara. Due minuti e l’accordo era fatto. Perchè è stata ritenuta prioritaria la salute dei calciatori, anche da parte del board della Premier. Buon senso, un minimo di intelligenza uniti ad un po’ di logica, hanno prevalso sulla burocrazia e il senso del ridicolo che consegue a situazioni del genere. O forse è stata semplicemente questione di rispetto. Lezione che arriva solo a chi è capace di comprendere, però.
Gabriella Calabrese