L’arringa difensiva del Napoli: “I giocatori erano pronti a partire, non erano al lunapark”

LA LUNGA ATTESA

Per le motivazioni bisognerà attendere non più di 30 giorni. Ma Franco Frattini, presidente del Collegio di Garanzia dello sport che ieri era riunito a sezioni unite, ha fin da subito, con le sue domande, fatto intendere che aveva grosse perplessità su quelle che erano stati i provvedimenti prima del giudice sportivo e poi della Corte d’appello. Alle 14,30, quando l’udienza si apre, c’è anche Aurelio De Laurentiis in aula nel Palazzo del Coni al Foro Italico. E con lui Enrico Lubrano, l’avvocato amministrativista che ha seguito il ricorso nella Cassazione dello sport affiancando il consulente legale Grassani.

Frattini apre i lavori con una serie di quesiti: «Era davvero il Napoli non in condizione di partire dopo le 14,13 del 4 ottobre, ora di invio del secondo provvedimento della Asl Napoli 2 Nord?». E ancora: «Nella motivazione della Corte d’appello, si parla di un comportamento preordinato del Napoli a non giocare ma manca un riferimento all’interesse. Il Napoli dice che non c’era motivo a non giocare, vista la forza e lo stato di salute di quei giorni, la controdeduzione (della Figc, ndr) è che mancava uno dei più forti (Zielinski, ndr). Cosa dite in merito?».

Ed è l’avvocato Lubrano a prendersi la scena. «Vi era impossibilità a partire? Ovvio, c’era un divieto che da cittadini prima che da sportivi andava rispettato: i calciatori sono stati raggiunti da un provvedimento dell’autorità sanitaria che obbligava all’isolamento», dice Lubrano. «L’allenatore e la squadra erano sul bus, arriva il provvedimento preclusivo e la società decide di disdire volo e tamponi. Ed è normale che faccia questo».

Poi entra nel merito. «Le sentenze riconoscono il motivo della forza maggiore solo nel provvedimento di domenica 4 ottobre: c’è la forza maggiore però non viene data rilevanza perché, dicono, perché è nell’imminenza della gara. Ma non è vero, perché fosse arrivato il sì, il Napoli avrebbe avuto sette ore e mezza per arrivare in tempo a Torino».

E qui il club ha presentato una documentazione dell’Alitalia (il charter con cui vola il Napoli è della compagnia di bandiera) e della Gesac di Capodichino in cui viene affermato che in tre ore al massimo dal via libera poteva essere organizzato il volo.

Enrico Lubrano si scatena, poi, sul movente. «Ecco, non c’è. Se io disdico volo e tampone non vuol dire che non sono pronto a fare tutto in maniera rapida, se avessi avuto una liberatoria. Che non è mai arrivata. Nonostante le sollecitazioni a partire in bolla. Il movente? C’erano due positivi, due buoni giocatori ma non sono la pistola fumante perché non c’era momento migliore che incontrare la Juventus che alla terza giornata, e la controprova è data dalla classifica. Giocare con la Juventus in trasferta oggi significa affronta una squadra in forma. In quei giorni non era così. Impensabile che ci fosse interesse a non giocare quella sera».

Grassani completa l’intervento: «I giocatori erano pronti a partire anche domenica pomeriggio, non erano al lunapark con i bambini… Alle 14,13 se avessero risposto in maniera diversa l’Asl, il Napoli sarebbe volato a Torino in tempo per scendere in campo». Il presidente Frattini lascia intendere di avere le idee chiare: «Gli atti li conosciamo a menadito». Fonte: Il Mattino

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